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Fedriga (Lega Nord): «no all'Ampliamento del Cara di Gorizia»

Il deputato del carroccio con la decisione del Ministro Kyenge e la Governatrice del Fvg Serracchiani L’onorevole Massimiliano Fedriga si schiera a fianco delle amministrazioni locali nel braccio di ferro con Debora Serracchiani e Cecile Kyenge...

Il deputato del carroccio con la decisione del Ministro Kyenge e la Governatrice del Fvg Serracchiani

L'onorevole Massimiliano Fedriga si schiera a fianco delle amministrazioni locali nel braccio di ferro con Debora Serracchiani e Cecile Kyenge in merito alla proposta di ospitare un maggior numero di richiedenti asilo nel centro di accoglienza isontino. «La presidente della Regione e il ministro per l'Integrazione hanno deciso di sacrificare la sicurezza del nostro territorio sull'altare del buonismo e del pressapochismo: ampliare il Cara di Gradisca sarebbe un grave errore in quanto da un lato andrebbe a caricare le comunità del Friuli Venezia Giulia e della provincia di Gorizia in particolare di un onere che difficilmente, per stessa ammissione degli amministratori locali, riuscirebbero ad assolvere e dall'altro creerebbe un vulnus in termini di sicurezza per i cittadini».

«Sottolineo -insiste il parlamentare- che il semplice fatto che un immigrato si trovi al Cara non esclude che sia privo di precedenti penali: si tratta di persone senza documenti, la cui identità e i cui trascorsi risultano pertanto tutti da verificare, ma che sono ugualmente libere di circolare sul territorio. Nessuno si ricorda del giovane curdo morto a seguito di una rissa nella struttura di Bari o dell'omicidio di una donna sempre nella periferia pugliese, strangolata da un ghanese ospite del Cara? Sono episodi che risalgono a pochi mesi fa, ed è gravissimo che Serracchiani e Kyenge non ne siano a conoscenza o peggio fingano di non rammentarsene».

«La priorità -conclude Fedriga- deve essere quella di occuparsi della tutela del territorio e della sicurezza dei cittadini onesti: l'unica soluzione è pertanto rappresentata dalla riapertura del Centro di identificazione e di espulsione, lasciando immutata a 138 posti la capienza del vicino Cara».

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