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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Ferriera, Dipiazza a Serracchiani: «Meglio tardi che mai»

«Già a inizio anno questa amministrazione aveva diffidato la proprietà di non sforare i limiti di produzione imposti: provvedimento che fu stroncato dalla stessa Regione»

«Meglio tardi che mai –afferma il Sindaco Roberto Dipiazza -. Mi fa piacere che la presidente Serracchiani che ha la responsabilità di aver avviato la produzione dello stabilimento della Ferriera di Servola, che era già chiusa nel 2012 e che, la stessa Serracchiani, in qualità di commissario straordinario per la vigilanza e sul rispetto dell'AIA per la Ferriera, ora stia ascoltando e seguendo quanto questa amministrazione comunale da mesi sta dicendo e perseguendo sull'incompatibilità dell'area a caldo dello stabilimento con la qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori».

«Già a inizio anno – prosegue il primo cittadino - questa amministrazione aveva diffidato la proprietà di non sforare i limiti di produzione imposti. Diffida che fu stroncata dalla stessa Regione Friuli Venezia Giulia, che ora chiede la stessa cosa. In questi mesi questa amministrazione ha prodotto nuovi elementi oggettivi per la revisione dell'AIA e ha denunciato con atti formali la grave situazione. Questa amministrazione, che opera nell'esclusivo interesse e a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori, si è sempre detta disponibile a sviluppare con la proprietà dello stabilimento la logistica e il laminatoio e continuerà la sua azione per portare alla chiusura dell'area a caldo».

«Grazie a questo intenso lavoro di controllo vigilanza e pressione - conclude -, le cose finalmente stanno cambiando. Attendo quanto prima di incontrare il Cavalier Arvedi con la Presidente Serracchiani per poter sviluppare insieme un'industria pulita. La zona dove esiste l'area a caldo potrà essere riqualificata a fini di portualità, d'intesa con l'Autorità Portuale. Questa amministrazione farà quanto e tutto di sua competenza per affiancare la Regione Friuli Venezia Giulia nel trovare le soluzioni più opportune, per garantire i livelli occupazionali».

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