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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

«Prima il silenzio e poi il "pagliaccio"», Pd: «Sindaco e maggioranza mancano di rispetto a Consiglio e cittadini»

«Noi rappresentiamo comunque una parte dei cittadini e non si può non tenere in considerazione quelle che sono le istante»

«Una conferenza stampa per parlare non tanto nel merito del Bilancio, ma quanto al metodo utilizzato per arrivare alla votazione di quello che è l’atto più importante di un’Amministrazione. Quanto avvenuto ieri è estremamente grave; eravamo già abituati ad atti di grande arroganza di questa Giunta, ma ieri c'è stata una totale mancanza di rispetto ed è stato ancora una volta svilito il ruolo dell’Aula, con la complicità dei consiglieri di maggioranza e, duole dirlo, del presidente del Consiglio che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini di questa città».

Dura replica della capogruppo del Partito democratico Fabiana Martini all'episodio avvenuto nella notte in Consiglio comunale quando il sindaco Dipiazza, nel corso della discussione su uno degli emendamenti dell'opposizione, dopo 6 ore di monologo di Pd e M5s, si è lasciato scappare un «pagliaccio» all'indirizzo del dem Marco Toncelli, invitato dallo stesso primo cittadino «fuori (dall'Aula, ndr) un attimo» per "risolvere" la questione. «La scelta di bliandare nuovamente il Bilancio con la consegna del silenzio è stata profondamente irrispettosa - ha proseguito Martini -. Di fronte all’epiteto “pagliaccio” a un rappresentante del nostro gruppo per poi invitarlo “fuori” a risolvere, abbiamo abbandonato l’Aula con tutta l’opposizione. Noi abbiamo vissuto un’ostruzionismo alla rovescia con il soffocamento di qualsiasi forma di confronto all’origine. Certe partite grosse o si giocano tutti insieme o si perdono, lo ha detto spesso il sindaco, ma a quanto pare predica bene e razzola male». 

«Una situazione del genere durante i miei 10 anni di Provincia non si è mai verificata - ha detto l'ex presidente Maria Teresa Bassa Poropat -. Quello che mi ha profondamente colpito è che tutto questo (il silenzio, ndr) sia avvenuto in presenza del sindaco (che spesso è assente in Consiglio); mi è sembrata in un primo momento una mancanza di rispetto nel sindaco stesso, ma evidentemente c’era una regia con indicazioni molto puntuali, di certo non derivanti dalla natura degli emendamenti presentati che non avevano una matrice politica. Quello che è più grave è che non c’è stata possibilità di confronto politica neanche sulla parte generale; nessuno della maggioranza che sia intervenuto per difendere questa delibera. Un comportamento di arroganza che mi ha anche molto sorpreso in alcuni consiglieri di maggioranza che anche stimo personalmente».

«Dopo tanti anni di politica non mi era mai capitato di vedere una maggioranza muta che è una forma di non rispetto non solo della minoranza, ma della politica e cittadini in genere - ha rincarato la dose Roberto De Gioia (Verdi-Psi) -. Davvero non capisco le motivazioni per arrivare a queste situazioni che poi sono culminate nel modo in cui è finita. Vedere questi spettacoli e questi consiglieri della maggioranza votati con preciso mandato da parte dei cittadini perdere una serata... non aggiungo altro perchè potrei essere offensivo». 

Più nel merito della delibera è entrato Giovani Barbo ironizzando sul silenzio della maggioranza: «Forse il mutismo era dovuto proprio alla mancanza di indirizzi? Un Bilancio che non ha uno straccio d’idea sulla città e Porto Vecchio e neanche sulla caserma di via Rossetti. Andavamo a correggere la consegna del centro congressi che prevedeva una consegna addirittura dopo Esof2020. Un altro elemento su cui riflettere è quello della vendita delle azioni Hera per 20 milioni quando il nostro picco era stato di 7 milioni, ma ancora più grave è che i soldi verranno utilizzati per ordinaria manutenzione e non grandi progetti». 

«Quello di ieri sera è stato l'atto conclusivo di un percorso insoddisfacente e irrispettoso già cominciato nelle commissioni consigliari - ha poi ribadito Antonella Grim -. Una caduta di stile di una Giunta che sta vivendo di rendita, che vive di quotidianità e che relega le opposizioni al ruolo di comparse. Per fortuna sul Piano delle opere stanno portando avanti progetti che hanno radici lontane sia regionali che della nostra gestione». 

Anche se Marco Toncelli ha confermato di essere stato chiamato dal sindaco che si è dichiarato «dispiaciuto per quanto avvenuto», il consigliere dem non ha per questo lesinato critiche: «Spiace quando la normale opposizione trova risposte scomposte come quella di ieri. Una maggioranza che si è trovata più volte in imbarazzo, dai 15 secondi di illustrazione dell’assessore competente (che ci viene da chiederci se davvero sia competente visti i suoi interventi sempre più brevi con la semplice enunciazione di numeri e senza dare indirizzi o spiegazioni politiche)».

Ha ricordato il passato Igor Svab, «in particolare l’ultimo mandato Dipiazza in cui l’assessore al Bilancio si esprimeva in interventi di alta finanza pubblica, con la consegna di documentazione completa ed esaustiva all’opposizione. Poi mi piace sottolineare come sulla pressione fiscale l’allora opposizione ci accusava di aver tassato i cittadini in modo esagerato, ma dal 2015 e le previsioni fino al 2020, riportano le stesse cifre. I nostri emendamenti erano costruttivi e migliorativi, mentre l'allora opposizione presentava anche 80 modifiche sul rendiconto contabile che non è emendabile, solo per allungare i tempi».

Svab, da vicepresidente, ha voluto poi «stigmatizzare il comportamento della maggioranza nei confronti dell’opposizione», con il carico da 90 di Toncelli che ha accusato «questo presidente (Marco Gabrielli, ndr) forse per inesperienza o sudditanza, ancora non ha svolto a dovere il suo ruolo». 

Infine, Martini e Grim, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito anche al loro comportamento, hanno spiegato: «Noi ci siamo anche interrogati su quello che potesse essere l’atteggiamento più costruttivo. Avevamo già iniziato durante le commissioni dei tentativi di confronto. In passato abbiamo anche votato favorevolmente ad alcune delibere, cercando di non avere sempre un atteggiamento ideologico. Non abbiamo mai e poi mai presentato per esempio emendamenti “canguro” (quelli che per esempio vanno a modificare cifre di 5 euro in 5 euro, ndr), cercando sempre dei compromessi. Avevamo anche ipotizzato di ritirare per protesta tutti gli emendamenti al Bilancio, ma forse romanticamente, pensavamo che prima o poi ci potesse essere qualche spiraglio nella maggioranza. Il vulnus è che noi rappresentiamo comunque una parte dei cittadini e non si può non tenere in considerazione quelle che sono le istante». 

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