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Il matrimonio gay spacca il Pd: «Era meglio aspettare»

Dissenso in seno al partito di maggioranza in Consiglio Comunale: Marco Toncelli (capogruppo Pd), Mario Ravalico, Igor Svab, Alessandro Carmi e Manuel Zerjul avrebbero preferito un atteggiamento prudenziale del sindaco Cosolini: «Avevamo votato inequivocabilmente affinché il sindaco interpellasse il legislatore nazionale»

«Il tema dei diritti riveste per il Partito Democratico un'importanza centrale, e non è possibile riflettere sul tema dei diritti personali senza tener conto dei mutamenti, e della velocità con cui avvengono, che negli ultimi anni caratterizzano il nostro tempo, tenendo ben presente anche cosa avviene al di fuori del nostro paese. Esistono ordinamenti diversi dal nostro dove il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legalmente riconosciuto; nel nostro paese, dove ciò non è giuridicamente previsto, sono state frequenti, negli ultimi tempi, le richieste di trascrizione di questi atti presso le anagrafi di alcune città italiane; così è stato anche a Trieste». Questo l'incipit del comunicato stampa scritto dai consiglieri Pd Alessandro Carmi, Mario Ravalico, Igor Svab, Marco Toncelli (capogruppo) e Manuel Zerjul. Una nota che - si leggerà più avanti - però è più allineata verso il pensiero dell'opposizione che quello di chi è nettamente d'accordo con Cosolini, come Sel, M5S, e ovviamente Arcigay.   

Toncelli«Comprendiamo bene le richieste che arrivano da più parti, in tal senso Roberto Cosolini è un Sindaco che si assume le proprie responsabilità e prende decisioni. Questo lo sappiamo; e nell'ambito delle proprie prerogative ha ritenuto di accogliere 2 richieste recentemente pervenute - spiegano i consiglieri -. Siamo consapevoli che questa sua iniziativa va incontro a molte aspettative. Su queste aspettative, però, chiare ed evidenti, proprio perché legate alla sfera più intima delle persone, il Consiglio Comunale, nello scorso mese di dicembre, si è espresso, votando ben due testi, dove in maniera inequivocabile si demanda al Sindaco l'impegno di interpellare il legislatore nazionale per dare certezza del diritto su questa materia».

«Questo anche al fine di evitare false illusioni, ben consapevoli che una soluzione a tale domanda va portata quanto prima - concludono Carmi, Ravalico, Svab, Toncelli e Zarjul -. Un attegiamento prudenziale ma non per timore quanto per totale rispetto della materia: la nostra opinione quindi è che su un argomento cosi importante e delicato fosse meglio aspettare le decisioni del legislatore nazionale».

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