Il terremoto del Friuli, ricordi indelebili per tutti noi
Sono passati esattamente 40 anni da quel tragico 6 maggio del 1976, erano le 21.00 quando la terra con tutta la sua brutale potenza devastò il Friuli.
Come si può dimenticare quella tragedia e i miei ricordi, di un non ancora ventenne, ritornano a quella sera, alla paura della scossa che fece sobbalzare il tavolo della cucina ma che subito la mattina dopo fece scattare in noi la scintilla della solidarietà e a pensare su cosa si potesse organizzare per poter dare una mano a quella povera gente. (non vi dico l'esperienza di passar la notte in una Autobianchi A112 in tre nel piazzale di Barcola assieme a tantissima gente)
Arrivate le prime luci dell' alba e ritornato a casa mia (abitavo nella zona bassa di S.Luigi) ascoltando una delle prime radio libere d'allora (Radio Sound), percepimmo sia l'entità del disastro che il bisogno assoluto di cercare subito di fare qualcosa.
Prima di tutto ci mettemmo in contatto con la radio stessa per far sì che trasmettessero a tutta la popolazione che avevamo dato la nostra disponibilità a creare un centro di raccolta a casa mia dove la gente del nostro rione poteva portare tutto quello che ci veniva richiesto di più urgente (eravamo costantemente aggiornati su cosa serviva in modo da non raccogliere materiale che magari era già in eccedenza) per poi trasferire il tutto alla stazione Marittima da dove l'esercito lo avrebbe portato in Friuli. Altra cosa istallammo subito nel davanzale di casa mia un impianto radio CB utilizzando anche quella che avevo, e con il ponte radio fatto dagli amici radioamatori e CB che avevano creato un'istallazione fissa presso il monte Lanaro, eravamo così costantemente in contatto 24ore su 24 sul evolversi della situazione.(da ricordare che tutte le comunicazioni tradizionali non funzionavano o erano completamente intasate)
E che faccia tosta avevamo (l'età e la situazione fa dimenticare qualunque timore) nell'andare con la macchina del mio amico nei negozi di alimentari e nelle farmacie di tutta la città a chiedere cosa ci potevano dare per aiutare quella povera gente, e poi i turni di notte alla radio dal mio soggiorno , per poi andare a riposarsi, per brevi periodi di tempo,in camera mia con persone per lo più sconosciute ma disposte a darci una mano, per poi risvegliarsi quasi sicuramenente con accanto una che ne aveva preso il suo posto.
Posso dire che anche se molte volte, per amore della mia città, mi sono scagliato contro i politici friulani, penso che tutta la città di Trieste abbia fatto quello che tutti, in situazioni del genere, avrebbe fatto e forse anche qualcosa di più, e spero che tutte quelle persone che hanno subìto quella immensa tragedia, anche se dopo tanto tempo, abbiano l'onestà di darmene atto.
Concludo che quell'esperianza incancellabile resterà per sempre nei miei ricordi come nei miei ricordi resterà anche quella della seconda scossa delle 6 di mattina di settembre dove appena entrato nella compagnia reclute del 1° Battaglione S.Giusto in v. Rossetti, (9° contingente 1976) mi fece rivivere nuovamente quella drammatica esperienza.
Fabricci Paolo