Sanitari a domicilio multati in città: "Il buonsenso è morto"
Mi riferisco al recente articolo apparso su Trieste Prima, del 20 febbraio, relativo alle multe per divieto di sosta comminate alle autovetture del Servizio Sanitario domiciliare, durante l’espletamento del servizio del relativo personale sanitario. Dopo una breve parentesi di tempo per sbollire la rabbia, ho deciso di esprimere pubblicamente tutto il mio rammarico, nonché incondizionato supporto e stima al personale sanitario che opera 24 ore su 24, in condizioni spesso difficili, per lo più a supporto dei tanti anziani che vivono in questa città. Scrivo per esperienza diretta, poiché ho apprezzato per anni l’operato silenzioso di questi professionisti nell’assistere entrambi i miei genitori; di aver atteso con ansia e preoccupazione il loro arrivo, anche di notte sotto casa, per un problema urgente di una certa gravità, che in alternativa avrebbe comportato il ricovero dell’anziano in ospedale, ed averli alla fine sempre ringraziati. Apprendere ora che la loro preziosa attività possa essere “macchiata” da sanzioni amministrative e soprattutto constatare che un esponente della politica locale lo giustifichi, affermando la necessità di una modifica al Codice della Strada che sani questa specifica tipologia di violazione (!!!) fa concludere che il vecchio “buonsenso” sia ampiamente morto, davanti ad una richiamata legalità alle norme imperative. Comunque, senza dilungarmi e tediarvi in ulteriori considerazioni sull’accaduto, mi auguro che si individui a breve una possibile soluzione tra le parti, confidando sul richiamato buonsenso, nonché spirito di umanità.
Fabio Vatore