"Pensioni e disservizi Inps, l'unione fa la forza", la segnalazione
Faccio seguito alla segnalazione della signora Daniela Tomasi, (apparsa su “Il Piccolo” dell’11 febbraio u.s.), in quiescenza dal 1/1/2020 e in attesa ancora di poter ricevere la prima tranche del TFS (suo sacrosanto diritto), prevista secondo le recenti normative, da giugno 2023 ed entro un massimo di 3 mesi, quindi entro settembre 2023. Quanto la medesima abbia potuto sentirsi dire nel corso dell’appuntamento con l’addetto dell’INPS il 18 gennaio u.s. (onde ottenere delucidazioni in merito) e cioè sulla carenza dell’organico di personale, sulle priorità organizzative e funzionali, sui tempi e sugli interessi di erogazione, sui termini di pagamento e sulle riassicurazioni che presto avrebbe ricevuto quanto spettante, presumo non le abbiano, come si suol dire, riempito la pancia, risultando parole fumose e come tali dissolte nel vento. Avrebbe, forse, preferito sentir parlare di Babbo Natale o della Befana e magari anche della Cicogna a cui è più facile dare credito, piuttosto che a talune dichiarazioni mendaci, provocatorie e supponenti, che purtroppo, avendo “frequentato” per quasi 40 anni di pubblica amministrazione, conosco sin troppo bene. Mi si predoni la provocazione.
Potrei aggiungere altro, ma preferisco confortare la signora Daniela, perché proprio per il mio vissuto professionale tra uffici, società ed enti pubblici ed istituzionali, ho potuto riscontrare che c’è anche di molto peggio di quanto risulti agli occhi della gente comune! Innanzitutto, si consideri l’esperienza dalla signora Daniela, vissuta presumo da molte altre persone, non come un affronto personale, ma come una questione di sistema tutto italiano. A tal proposito, vorrei proporre a chi legge la propria situazione. Dopo essere andato in pensione di vecchiaia (quindi a 67 anni) compiuti il 31 luglio 2022, con nota del proprio datore di lavoro nella quale si specificavano gli anni, mesi e giorni di contributi necessari per il calcolo dell’assegno pensionistico, l’INPS ha effettuato i calcoli con 5 anni in meno di contribuzione. Inutili sono stati e sono tutt’ora i propri interventi con l’Ente previdenziale, contattato per richiedere spiegazioni e dopo reiterati e fastidiosissimi rimpalli di responsabilità tra il proprio datore di lavoro e l’Inps, mi sono sentito in diritto di dare la propria opinione, dichiarando semplicemente che la mafia non fosse a Corleone (con rispetto per la Sicilia tutta). E ancora una volta mi si perdoni la provocazione.
Oltre a non aver ancora ottenuto quanto a me dovuto (quindi non solo il calcolo esatto della pensione, ma anche la prima trance di liquidazione -TFS prevista per il 1° agosto 2023), sono stato costretto a non poter fissare nuovi appuntamenti on-line con l'Inps (e ne conservo le prove), per aggiornamenti della situazione. Sono vittima, come la Signora Daniela, del sistema, che preleva con semplicità e celerità quanto tenuto a riscuotere, ma concede dopo anni quanto avrebbe dovuto erogare molto tempo prima. E non si parli di rimborsi di interessi su somme dovute, per ritardato pagamento, che ricadrebbero per giunta a carico della collettività, tali da costituire danno erariale, qualora erogate oltre i tempi prestabiliti dalle norme! Mi viene da pensare che se tutte le persone in attesa di qualsiasi risposta da parte dell’Inps si dovessero radunare davanti all’Istituto previdenziale. Altro che “rave” con le conseguenze che già tutti conosciamo in caso di manifestazione non autorizzata.
La morale, per dirla in breve, è che una persona (in questo caso Daniela o Franco che siano), ahimè, non fa primavera, ma tutti insieme, forse, qualcosa in più si potrebbe ottenere. Ce lo dimostrano gli agricoltori con i loro trattori, come in passato altre categorie di cittadini e lavoratori, in ordine al principio per cui l’unione faccia la forza e tutti insieme a protestare legittimamente uniti per il riconoscimento dei sacrosanti diritti, qualsiasi essi siano, degli effetti positivi sicuramente li produrrebbero. Una forza, come quella degli astenuti al voto elettorale nelle ultime elezioni politiche, che costituirebbero la maggioranza del Paese, soltanto se si mobilitasse, farebbe sentire una voce autorevole. Oggi, la speranza è che la Cicogna porti finalmente il bambinello.
Franco Bidoli