rotate-mobile
social

Netflix lancia The Black Game: anche un triestino tra gli utenti del 'gioco'

Controllare la vita di una persona reale per 24 ore. È questa l'ultima iniziativa di Netflix Italia che, sulla scia di Black Mirror: Bandersnatch, il 16 gennaio ha lanciato The Black Game. Abbiamo intervistato Andrea, un triestino che, spinto dalla curiosità, ha partecipato all'iniziativa

Netflix Italia, il 16 gennaio, ha presentato , sulla scia della puntata di Black Mirror: Bandersnatch, un evento/gioco chiamato The Black Game. In quella data, gli utenti sono stati invitati a collegarsi tramite Instagram all'account Netflix per controllare per 24 ore la vita di una persona nel mondo reale. Con l'opzione "sondaggio" e un conto alla rovescia di 10 minuti, Netflix Italia ha posto nelle storie una serie di domande al pubblico da casa che, con le loro preferenze, ha inciso sul destino del giovane Pierpaolo.

Abbiamo intervistato Andrea, un triestino che ci ha raccontato la sua esperienza.

 1. Come sicuramente sai, l’ultima novità su Netflix è Black Mirror: Bandersnatch, nel quale allo spettatore è richiesto di fare delle scelte per decidere le sorti dei personaggi. Prima di ogni cosa, ti è piaciuto?

Bandersnatch è un grande momento di televisione. Come ho già scritto per fortuna, in generale non è piaciuto alla gente. Meglio altrimenti non sarebbe stato l'opera profonda e spiazzante che è. Tutti volevano l'avventura interattiva e si sono trovati un labirinto claustrofobico e frustrante. E' tempo di deludere certo pubblico: guardi altro questo pubblico. E' tempo di opere diverse e Netflix in poco tempo ne ha tirate fuori almeno tre: questa, Roma e Buster Scruggs. E così mi auguro che prosegua.
Pochi hanno capito che il sistema a scelta multipla non doveva aggiungere adrenalina o azione ma serve invece da elemento stesso della narrazione per fondere insieme il mondo del fruitore e quello dell'opera e lanciare in modo abbastanza subliminale un messaggio "non c'è futuro" scritto con lo spray su un cartellone pubblicitario che Stefan vede dall'autobus. Con lo spray nero è tracciato anche il glifo. E' tutto sotto i nostri occhi subito ma prima dobbiamo farne esperienza da soli. Bandersnatch ti prende e ti inchioda nel suo mondo facendoti girare intorno perché devi capire che non c'è libero arbitrio visto che ogni scelta è decisa a monte da altri. Puoi continuare a muoverti nell'illusione di averlo, il libero arbitrio e in tal caso continuerai a vagare nella nebbia della frustrazione. Ogni cosa è artefatta, costruita prima. Finta.
Tutto è finto.
C'è solo una via d'uscita da questo samsara occidentale, da questa trappola di percorsi ed è la dissoluzione.
Questo è il messaggio che sembra quasi oscuramente buddista di Bandersnatch: dissolviti, e c'è un solo modo per farlo.
Non c'è futuro.
Più Black Mirror di così.

2. Cosa pensi di questa nuova frontiera di Netflix in cui affida la “regia creativa” agli spettatori?

Per me ha senso solo se fa effettivamente parte come in questo caso della (meta)narrazione altrimenti mi sembra un po’ povera come trovata a livello ludico. I videogame (alcuni quasi indistinguibili da un film, penso per esempio o a Last of Us sono da diversi anni già molto più avanti.

3. Netflix ha poi creato un evento tramite Instagram in cui ha chiesto ai followers di decidere la sorte di Pierpaolo, un ragazzo comune selezionato per questo tipo di esperimento. Cosa ne pensi? Che idea ti sei fatto del gioco? Credi sia riuscito?

Ho partecipato a questo Black Game per curiosità e mi è sembrato qualcosa di fintissimo che nulla o quasi aveva a che fare con Bandersnatch. Praticamente il pubblico sceglieva per il protagonista delle “punizioni”, cioè gli faceva fare delle cose stupide o poco piacevoli tipo vestirsi come un cretino, rasarsi i capelli in modo impropinibile o mangiare delle schifezze.
Per quanto mi riguarda poteva essere tutto finto e deciso prima, anzi molto probabilmente è andata esattamente così. Non l’ho trovato nè divertente nè interessante. Se lo scopo era farmi controllare Instagram tante volte in una giornata questo scopo comunque l’ha raggiunto.

3bis. Cosa ti aspettavi?

Non mi aspettavo niente in particolare. Ero curioso di vedere se ci sarebbe stata una storia e come si sarebbe articolata. Non c’era e quindi mi ha deluso.

4. Cosa pensi delle scelte fatte dagli utenti? Per lo più, durante la scelta, ha sempre vinto un 60%. Credi si rendano conto che quella che stanno manovrando è una vita reale? Hai qualche giudizio? Che tipo di pubblico vedi oltre il famoso “Black mirror”?

Le ho trovate parecchio ovvie. Gli facevano fare la cosa “peggiore” tra le due, quella che avrebbe avuto più conseguenze spettacolari. Ripeto che però secondo me era tutto probabilmente già deciso a monte. Non mi ha dato alcuna impressione di essere “in controllo”. Anzi mi sentivo io manovrato da Netflic su Instagram ma per un giorno ci può stare: tanto per vedere l’effetto che fa.

5. Pensi che si continuerà sempre più in questa direzione? Se sì, secondo te perché?

Spero si continui nella direzione di far uscire sempre più “meditazioni visive” sulla nostra contemporaneità come fa Black Mirror o hanno fatto film come Her. Del giochino a scelta multipla fine a se stesso personalmente non mi importa molto e non credo che alla lunga possa conquistare il pubblico per i motivi che ho già spiegato.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Netflix lancia The Black Game: anche un triestino tra gli utenti del 'gioco'

TriestePrima è in caricamento