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L’udienza / Barriera Nuova - Città Nuova / Foro Ulpiano

Abusi sessuali su calciatori minorenni, si avvicina la sentenza in appello per l'allenatore

Si è tenuta oggi la seconda udienza del processo in secondo grado per l'ex allenatore delle giovanili del San Luigi. In aprile la Corte d'appello si riunirà per la terza volta e probabilmente si andrà a sentenza. L'avvocato di parte civile: "Le famiglie dei ragazzi vogliono solo giustizia"

TRIESTE - Continua il processo in appello per l’allenatore delle giovanili del San Luigi accusato di atti sessuali su giocatori minorenni, con la seconda udienza, tenutasi nel primo pomeriggio di oggi, innanzi alla Corte presieduta dal giudice Paolo Alessio Vernì. La prossima udienza, probabilmente quella decisiva, è stata fissata per il prossimo 17 aprile.

Il primo grado

L’imputato è stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione e al risarcimento delle parti civili, e il reato inizialmente classificato in atti sessuali con minorenne (609 quater) era stato poi riqualificato in 609 bis, ossia violenza sessuale, che rispetto alla prima ipotesi di reato implica la costrizione a subire o compiere atti sessuali tramite abuso d’autorità. Nella prima seduta in appello il sostituto procuratore generale Carlo Sciavicco ha chiesto la conferma della condanna in primo grado.

Il discorso della difesa

L’udienza di oggi è avvenuta alla presenza dell’ imputato, attualmente ai domiciliari, difeso dagli avvocati Denise Rodriguez e Giovanni Di Lullo, oltre alle madri di alcuni dei giovani giocatori. Si tratta di 15 presunte vittime, di cui 13 sono parte civile. Otto di queste famiglie sono difese dall’avvocato Nicole Pertot, intervenuta oggi in aula, altre quattro da William Crivellari e una da Mariapia Maier. Secondo l’avvocato Pertot, che ha citato alcune testimonianze dei minori, l’allenatore avrebbe toccato le parti intime dei giocatori in diverse occasioni, negli spogliatoi, nei bagni, durante le trasferte e anche in auto, mentre li riportava a casa dopo gli allenamenti.

Per l’avvocato Pertot, l’imputato “preparava l’illecito instaurando un rapporto di fiducia con i ragazzi e le loro famiglie”. Inoltre, sempre secondo l’accusa, l’allenatore “ha violato non solo il codice penale ma anche i limiti inviolabili e fondamentali dei minori” e a causa della sua condotta “non sappiamo a distanza di anni quali conseguenze ci saranno” a livello psicologico per i ragazzi. In conclusione, secondo il legale, “le famiglie sono state tacciate di interessi economici” e di “aver fatto una querela con l’intenzione di avere un risarcimento come se fosse la principale motivazione, eppure sulle provvisionali che abbiamo ottenuto in primo grado, per espressa volontà delle mamme, non abbiamo fatto niente, mentre potevamo mettere un’ipoteca sulla casa e fare un pignoramento immobiliare. Questo dimostra che è stato fatto esclusivamente per una questione di principio di giustizia”.

L’avvocato Maier, a margine dell'udienza, dichiara che “la nostra giovane persona offesa e tutti gli altri ragazzi appaiono credibili e ben orientati nel loro racconto" e che "rimaniamo convinti della bontà della decisione di primo grado".

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