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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sgombero Silos, Ics e Caritas a Roberti: «Alcun compenso percepito per quelle persone»

I due enti "gestori" dell'accoglienza: «Forte necessità di diminuire il numero delle presenze di richiedenti asilo sul territorio comunale al fine di poter consentire una gestione del sistema di accoglienza con gli elevati standard che l’esperienza triestina ha già da tempo messo in atto»

«A seguito delle dichiarazioni del vicesindaco Roberti in merito allo sgombero di persone dall’edificio del Silos nella mattinata di oggi (8 novembre, ndr) siamo a precisare che nessuno degli identificati è preso in carico dalle scriventi Associazioni, le quali appunto non percepiscono alcun compenso per i servizi eventualmente resi a queste persone. Ciò è sancito anche dall’elenco dei richiedenti asilo redatto giornalmente dalla Prefettura di Trieste per il quale, se identificati, queste persone risultano essere “senza destinazione”».

Fondazione Diocesana Caritas Onlus e Consorzio Italiano di Solidarietà Onlus (Ics) replicano alle parole del vicesindaco di Trieste Pierpaolo Roberto che aveva affermato: «Quello non è un posto dove dormire, questa non è accoglienza. Far arrivare le persone a Trieste per poi dimenticarsene in un rudere pericolante non è carità cristiana, è l'ingordigia di un business che si alimenta con l'immigrazione incontrollata, dove ogni uomo vale un po' di euro. Dove quell'uomo dorma non importa a nessuno».

«Ics e Fondazione Caritas agiscono ogni giorno per cercare delle soluzioni abitative reperendo posti di accoglienza nei quali alloggiare immediatamente coloro che ne sono sprovvisti. Pertanto l’assistenza, la possibilità di usufruire di docce, di mediatori culturali o altri servizi per le persone presenti fino ad ora al Silos è stata fatta esclusivamente a titolo gratuito - replicano i due enti -. La Prefettura assicura quotidianamente ai soggetti "senza destinazione" la somministrazione di pasti caldi attraverso la mensa della Caritas diocesana».

«Spiace constatare ancora una volta come molti, nonostante i numerosi incontri e confronti avuti in diverse sedi, ancora non abbiano compreso appieno come funziona il sistema di accoglienza proposto dallo Stato Italiano e la conseguente retribuzione in toto, in parte o nulla prevista per gli enti sul territorio, preferendo alla verità il diffondere senza posa di accuse e minacce. Ics e Fondazione Caritas ribadiscono comunque la forte necessità di diminuire il numero delle presenze di richiedenti asilo sul territorio comunale - concludono Ics e Caritas -, al fine di poter consentire una gestione del sistema di accoglienza con gli elevati standard che l’esperienza triestina ha già da tempo messo in atto».

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