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Lunedì, 29 Aprile 2024
I commenti alla misura governativa

Obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti, i benzinai di Trieste: "Inutile"

La misura governativa è entrata in vigore ieri, 1 agosto. I gestori locali: "Per qualche furbetto paghiamo tutti, un'adempienza in più. Servirebbero controlli mirati”

TRIESTE - “Inutile” è il giudizio dei benzinai di Trieste sull’obbligo di esporre i prezzi medi self di benzina e diesel. La misura governativa, entrata in vigore ieri (martedì 1 agosto) non incontra il favore della categoria e tutti i gestori del territorio comunale (una decina, quelli che abbiamo interpellato al telefono), si sono espressi allo stesso modo.

L’obbligo nasce con l'obiettivo di calmierare la crescita dei prezzi alla pompa e contrastare le speculazioni, ma nei distributori su strada del capoluogo giuliano, i prezzi sono prevalentemente in linea con la media. lo si evince anche dal web dove, nella maggior parte dei casi, accanto ai recapiti del singolo distributore, appare il prezzo al litro. Sempre per quanto riguarda le strade urbane del comune, si parla di 1,90 o 1,95 euro con una media nazionale (oggi, 2 agosto 2023) di 1,93 euro.

“Per noi che siamo in centro città - spiegano dal distributore Esso di piazza Foraggi - il provvedimento è abbastanza inutile. Può smascherare qualche furbetto che aumenta i prezzi, ma in questa regione non succede spesso e alla fine le ‘furbate’ di pochi le paghiamo tutti. E’ un obbligo in più per noi che già dobbiamo comunicare i prezzi al Governo almeno ogni settimana e comunque a ogni variazione di prezzo, se non lo facciamo riceviamo multe anche oltre i mille euro”.

Al di là del disagio di un’adempienza in più, sembra, il provvedimento non sembra aver causato grandi rivolte e non viene sentito come un potenziale danno per il business. In altre città italiane ci sono state delle proteste perché la media nazionale si riferisce al prezzo self e potrebbe confondere l’utente che si rivolge a distributori con una leggera maggiorazione per il prezzo al servito. Anche a Trieste, alcuni gestori concordano sul fatto che questo potrebbe “confondere le idee” ai clienti.

“Ci vorrebbero più controlli dove vengono applicate le tariffe più alte - spiega il titolare di un altro distributore in zona Cattinara - qui facciamo un prezzo anche minore della media e comunque è il prezzo della società, quindi non cambia nulla. In Italia si trova di tutto, anche impianti abusivi, ma perché buttare questo sulle spalle di tutti?”.

Nel nostro comune la situazione è particolare vista la vicinanza con la Slovenia, e abbiamo chiesto agli esercenti locali se, esponendo la media italiana, non risulti ancora più evidente la discrepanza con la vicina repubblica, dove attualmente la media, per la benzina, è appena superiore agli 1,5 euro al litro. Non traspare una paura in questo senso, anche perché gli sconti previsti dalla Regione permettono ai comuni in “zona zero” (tra cui Trieste) di avere uno sconto di 36 centesimi per la benzina, 27 per il diesel e 5 centesimi per le auto ibride. Questo permette ai residenti dotati di tessera regionale di pagare il carburante a un prezzo concorrenziale e limitare così il cosiddetto “turismo del pieno”. Il tutto grazie a uno stanziamento di ulteriori cinque milioni nel recente in assestamento di bilancio (in totale 60 milioni sul 2023).

Notizia dello scorso weekend, il picco di 2,50 euro nei distributori delle autostrade in Fvg, ma alcuni colleghi del centro cittadino difendono questa scelta: “I prezzi sono diversi perché devono pagare una quota al gestore dell’autostrada, inoltre hanno un’apertura di 24 ore, i dipendenti fanno tre turni da otto ore. Forse guadagnano meno di noi, anche con quei prezzi”.

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