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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cibo e innovazione

Farina di grilli, Fipe Trieste: "Nuova sfida, ma serve chiarezza"

La commercializzazione è stata di recente autorizzata e regolamentata in Italia da quattro decreti del ministro Lollobrigida. Federica Suban: "Bisogna capire che impatto avrà, anche a livello di salute. Per noi è qualcosa di 'estremo' ma è normalità in altri paesi"

TRIESTE - “I nuovi tipi di alimenti, non solo le farine di grilli ma anche la carne così definita coltivata o sintetica, sono le nuove sfide. Bisogna però capire che impatto avranno, anche a livello di salute”. Lo dichiara a margine di un evento la presidente della Fipe di Trieste Federica Suban, in merito al dibattito in corso dopo la regolamentazione sulla polvere di grillo parzialmente sgrassata e altri tre tipi di insetti da parte del ministro Lollobrigida, in vigore dall’inizio di quest’anno. Un atteggiamento di moderata apertura, quello della Fipe locale, purché nel rispetto di determinate regole e standard, anche sanitari: “bisognerà capire e fare massima chiarezza sull’argomento - dichiara Suban -, non si può scrivere ‘farine proteiche generiche’, se qualcuno vorrà decidere di usarle nel rispetto della legge italiana”.

I decreti ministeriali

In particolare, la legge italiana in vigore, (quattro decreti pubblicati nella Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre scorso), autorizza il consumo di quattro tipi di insetti: la polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (il comune grillo domestico), la larva gialla della farina (larva di Tenebrio molitor), la Locusta migratoria, congelata, essiccata e in polvere e l’Alphitobius diaperinus (verme della farina minore). Il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha introdotto anche delle regole, come auspicato dalla presidente della Fipe di Trieste, per poter commercializzare questi prodotti, tra cui etichette con informazioni dettagliate (tipo di insetto, quantità, paese d’origine e rischi legati a reazioni allergiche) e vendita in comparti dedicati.

I ristoratori di Trieste

Federica Suban ricorda poi che “una volta non eravamo preparati a mangiare certi prodotti che erano d’importazione, dalla frutta esotica alle patate, quando sono arrivate con Cristoforo Colombo. Così anche oggi ci sono paesi che usano abitualmente quelli che per noi possono essere alimenti estremi”. Per quanto riguarda le reazioni dei ristoratori triestini a queste innovazioni, la presidente della Fipe riscontra atteggiamenti differenti: “C’è chi ci gioca come una cosa d’avanguardia e con l’utilizzo in qualche contesto, c’è chi ha una fase un po’ attendista. Bisogna comunque collocare il tutto in un senso preciso: per chi fa prodotti di tradizione è importante essere legati al territorio e al famoso chilometro zero, ma è un discorso molto ampio ed è prematuro fare un bilancio in questo senso".

Anche se il bilancio può essere prematuro, si è visto come Trieste sia una città che riserva sorprese in termini di innovazione, anche in cucina. Già nell’aprile del 2023, infatti, la pizzeria Mangiafuoco di via Rismondo è stata la prima in Italia a servire una pizza con grilli tostati, detta “Grillo sparlante”, su cui gli insetti vengono aggiunti a fine cottura. Dopo la nuova regolamentazione, non resta che attendere la prossima ricetta dai ristoratori locali.

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