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Lunedì, 29 Aprile 2024
Mafia / Isontino

Estorsione e truffe all'Ue con metodo mafioso: un arresto a Gorizia nella maxi operazione

Sono 37 gli arresti eseguiti in diverse province da guardia di finanza, carabinieri e polizia, su richiesta della procura di Messina. Tutti i soggetti indagati sono appartenenti o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa di Tortorici in provincia di Messina. Uno di loro si trovava nel capoluogo isontino al momento dell'arresto. Tra le accuse anche truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio

GORIZIA - Nella maxi operazione interforze che ha colpito la cosiddetta mafia "tortoriciana", uno dei 37 arresti è avvenuto a Gorizia. L'arrestato, di cui non sono note le generalità, si trovava infatti in zona ed è stato raggiunto dalla guardia di finanza, che ha eseguito la misura cautelare. Tutti i soggetti sono appartenenti o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa di Tortorici in provincia di Messina poiché indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Reati quasi tutti aggravati per associazione di stampo mafioso. Nel dettaglio sono state eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere, due agli arresti domiciliari e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali

L'operazione "Nabrodi 2"

Il giorno 6 febbraio è stata così portata a termine da guardia di finanza, carabinieri e polizia l'operazione Nabrodi 2, secondo colpo inferto al clan mafioso (in particolare i gruppi dei "Bontempo Scavo" e dei "Batanesi", con arresti anche nelle province di Messina, Siracusa, Enna, Rovigo e Catania. L'ordinanza applicativa di misure cautelari è stata emessa dal Gip del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia. La precedente operazione Nabrodi, da cui deriva l'ultima, risale al gennaio del 2020 e aveva portato alla luce truffe su fondi europei, con 100 arresti per un totale di 600 anni di reclusione. 

I tre "pentiti"

Grazie anche alle dichiarazioni rese da tre pentiti del clan dei "Batanesi" sono state ricostruite diverse circostanze tra cui estorsioni e truffe aggravate a danno dell’Unione Europea e dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), coltivazione e spaccio di stupefacenti e controllo (diretto o indiretto) di attività imprenditoriali. Episodi di estorsione, in particolare, anche a danno di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione di un metanodotto nel messinese che sarebbe stata costretta a consegnare la somma di 4mila euro in occasione delle festività di Natale e Pasqua di ogni anno, a partire dall’anno 2015 e sino al 2018.

Sono stati inoltre sequestrati preventivamente 349 titoli Agea acquisiti fraudolentemente, oltre a una somma di 750mila euro che saranno prelevate dai conti di otto società, derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni riguardanti le campagne agricole tra il 2015 e il 2020. Le frodi comunitarie, spiegano gli investigatori, continuano a rappresentare uno dei principali mezzi di finanziamento illecito delle organizzazioni mafiose. 

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