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Lunedì, 29 Aprile 2024
I dati del 2022

Dal cargo ai passeggeri: 2022 anno dei record per i porti di Trieste e Monfalcone

Nonostante la pandemia e la guerra in Ucraina il sistema portuale dell’Adriatico Orientale ha raggiunto nel 2022 traguardi mai visti prima. Zeno d'Agostino: "Oggi siamo un porto che dipende sempre meno dal petrolio, avendo saputo progressivamente diversificare l’offerta negli ultimi anni"

Dal cargo ai passeggeri, si chiude un anno da primato per i porti di Trieste e Monfalcone. Nonostante la pandemia e il conflitto ucraino che ha amplificato la crisi energetica, rallentando gli scambi globali, il sistema portuale dell’Adriatico Orientale ha raggiunto nel 2022 traguardi mai visti prima. Partendo da Trieste, spicca la performance del settore contenitori, che registra una crescita a doppia cifra (+15,92% sul 2021 e +11% sul 2019) con 877.795 TEU movimentati: si tratta del miglior risultato assoluto dello scalo giuliano. Registrato un record storico anche per il comparto RO-RO, consolidando un andamento positivo di lungo periodo (+4,75%), con 320.327 unità transitate. Solamente nell’ultimo anno le toccate dei traghetti sono state 862, contro le 763 del 2021.

Nel 2022 i volumi totali salgono del +4,03% rispetto al 2021, attestandosi su 57.591.733 di tonnellate. Includendo anche la performance di Monfalcone, si supera quota 61.000.000. Dinamica incoraggiante per il traffico ferroviario nei due porti, che insieme superano il livello di 11.000 treni. Volendo allargare lo sguardo al sistema degli interporti di Trieste e Cervignano, si arriva addirittura alla soglia di 12.000.  Spostandosi sulle crociere, il sistema portuale mette a segno un altro record con 532.935 passeggeri transitati, mentre Trieste da sola registra complessivamente un totale di 437.336 crocieristi (+243,83%) rispetto alle 127.197 unità dello scorso anno.

“La pandemia e la guerra in Ucraina non ci hanno affatto fermati. Non abbiamo perso traffico, anzi abbiamo realizzato alcuni record, perché abbiamo continuato a investire. Oggi siamo un porto che dipende sempre meno dal petrolio, avendo saputo progressivamente diversificare l’offerta negli ultimi anni - commenta il presidente dell' Autorità, Zeno D'Agostino -. I risultati del 2022 però non devono farci abbassare la guardia. Dalla Cina arrivano notizie preoccupanti e i porti di tutti il mondo si aspettano un rallentamento del trend attuale. Per questo stiamo elaborando un piano di nuovi investimenti per 1 miliardo di valore, quasi la metà da fondi PNRR e il resto grazie ad investimenti privati. Un programma all’insegna della sostenibilità e della transizione energetica, cardini sui cui andrebbe misurata la performance dei porti di domani”.

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