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La commemorazione / Istria e Litorale

Vergarolla: 77 anni fa la strage degli italiani in Istria

Oggi la commemorazione al duomo di Pola con le associazioni degli italiani in Istria. Rojc (Pd): "Attentato tragico e vile". Matteoni (FdI): "Famiglie chiedono ancora certezze"

POLA (HR) - Ricorre oggi il 77esimo anniversario della strage di Vergarolla. Domenica 18 agosto nel 1946, sulla spiaggia di Vergarolla a Pola sono esplose una trentina di bombe, mentre almeno 2mila persone stavano assistendo alla tradizionale manifestazione natatoria della “Pietas Julia”. Le esplosioni hanno ucciso un centinaio di persone, di cui almeno 80 italiani. Il sanguinoso e tragico fatto è stato interpretato come intimidazione del regime titino contro gli italiani, per spigerli a lasciare la città. Solo i corpi di 64 persone sono stati identificati, gli altri hanno avuto sepoltura anonima.

Per commemorare la strage si è tenuta oggi, 18 agosto, una messa nel duomo in lingua italiana, officiata dal parroco don Rikardo Lekaj, con la deposizione di corone di fiori sul Cippo memoriale. Presenti i rappresentanti di varie associazioni di italiani di Pola e dell'Istria. Dei circa cento morti solo i corpi di 64 persone furono ricomposti e identificati, gli altri vennero sepolti senza nome.

Così ha dichiarato ieri la capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue al Senato Tatjana Rojc: “Saremo spiritualmente a Pola accanto al cippo che ricorda le vittime innocenti della strage di Vergarolla, come l’anno scorso di persona, a inchinarci alla memoria di un attentato tragico e vile della nostra storia", specificando che "il processo di unificazione europea è un grande fattore di pacificazione, soprattutto nelle terre adriatiche flagellate da sopraffazioni, morti, esodo, dittature”.

La deputata di Fratelli d'Italia Nicole Matteoni ha ricordato quanto accaduto in un intervento alla Camera dei Deputati durante l’ultima seduta di agosto. "Ci sono ancora tantissime famiglie che chiedono certezze su questa tragedia. La matrice è ancora oggi da accertare giudizialmente, ma in base a varie ipotesi storiche dietro a tutto questo ci sarebbe la responsabilità della polizia politica di Tito, che avrebbe agito con l’intento di terrorizzare la popolazione italiana rimasta in Istria".

"Come dimenticare il coraggio del dottor Geppino Micheletti - ha continuato Matteoni -, che nonostante avesse saputo di aver perso i suoi due figli piccoli, operò nell’ospedale cittadino per oltre 24 ore filate. Un eroe che merita il giusto ricordo e tributo, oltre alla medaglia d’oro al merito della sanità pubblica della Repubblica italiana conferitagli nel 2017, come l’intitolazione di una via o una targa in ogni città d’Italia e nella aule dei dipartimenti di medicina e chirurgia delle università italiane".

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