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Concerti / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi

Ottimo l'inizio della stagione Cromatismi 3.0 organizzata dalla Chamber Music

Alban Berg Ensemble Wien protagonista dell’inaugurazione al Teatro Miela

TRIESTE - Non capita spesso che il pubblico triestino unanimemente acclami, con tanto entusiasmo, un concerto nel cui programma appaiono i nomi di Alfred Schnittke (Quartetto con pianoforte basato su schizzi di Mahler) e Arnold Schönberg (Kammersinfonie op.9 nell'arrangiamento di Webern), abbinati ai pezzi cameristici oppure arrangiati per essere eseguiti come tali, di Gustav Mahler (Quartetto per pianoforte e archi e Adagio dalla Sinfonia n.10 trascritto da Martyn Harry). A raggiungere con inappuntabile successo questo traguardo è stato l'evento inaugurale della stagione Cromatismi 3.0, firmata dall'Associazione Chamber Music diretta artisticamente da Fedra Florit. 

Un inizio che certamente mette in ottima luce il cartellone articolato in quindici eventi cosparsi nell'arco dell'intero anno e ospitati al Teatro Miela. Peccato solo che il pubblico non si sia presentato particolarmente numeroso, considerando soprattutto che la caratura dei protagonisti riesce regolarmente a riempire alcuni tra i più rilevanti auditorium internazionali. Alban Berg Ensemble Wien, nominato così con beneplacito dell'omonima rinomatissima Fondazione, è nato dalla fortunata fusione del celebre Quartetto d'archi Hugo Wolf con la pianista Ariane Haering, la flautista Silvia Careddu e il clarinettista Alexander Neubauer.

Le loro interpretazioni sommergono letteralmente l'ascoltatore nella gioiosa consapevolezza dei giovani musicisti di cosa significhi realmente il "suonare insieme". Ben oltre la dimensione tecnica - indiscutibilmente levigata alla perfezione per foggiare l'impressione di una totale spontaneità-, la loro empatia si insinua energicamente nel flusso narrativo, nella visione della partitura, nell'elaborazione e comunicazione delle riflessioni ed emozioni.

Nell'appassionante espressività pulsano parallelamente il rigore intellettivo e la fantasiosa creatività, il temperamento e la raffinatezza, avvolti nelle atmosfere di eccellente densità, senza esagerazioni si potrebbe dire ipnotiche. Al punto di desiderare fortemente che l'incanto non si interrompa; ed effettivamente, dopo le ultime battute e lunghissimi applausi, esso si perpetua nell'indelebile ricordo.

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