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L'Adriatico tra delfini, grifoni e sentieri: in uscita la prima guida slow di Cherso e Lussino

Si chiama "Le isole della Bora" ed è una monumentale opera stampata da Ediciclo dove confluiscono i contributi di una cinquantina di autori italiani e croati coordinati dal triestino Diego Masiello. L'arrivo nelle librerie previsto per il 25 giugno

In un periodo storico in cui le barriere tra Stati ritornano con prepotenza sulla scena politica, una cinquantina di autori delle due sponde dell'Adriatico scavano un lungo tunnel per aggirare la prepotenza dei confini e riemergere in superficie con la prima guida in italiano di Cherso e Lussino. "Le isole della Bora" (Ediciclo editore, 240 pagine, 18 euro ndr) è una monumentale opera di divulgazione coordinata dal triestino Diego Masiello che, nel solco della tradizione portata avanti con tenacia dal compianto Marino Vocci, racconta le meraviglie del Quarnero attraverso itinerari a piedi, in bicicletta, immersioni, giri in kayak, Storia e storie, fotografie e mappe. 

Il viaggio lento: l'urlo contro la modernità senza freni

In uscita nelle librerie il 25 giugno prossimo, il libro guida gli amanti di queste isole ricalcando i saggi d'osservazione stampati nel lontano passato. Masiello e il suo "corpo di spedizione" fotografano i fiori, gli insetti, l'avifauna, le memorie storiche e storiografiche dell'arcipelago delle Absirtidi, fondendo le rapaci visioni dall'alto al sottosuolo dimenticato delle miniere di bauxite e restituendo, ai viaggi a piedi ed in sella alle due ruote, l'autenticità del viaggio lento. Un'opera di resistenza contemporanea che suggerisce l'abbandono degli stereotipi vacanzieri (e perché no, ergendosi come voce "eretica" nei confronti di una sfrenata modernità nda) e sposa una quantomai puntuale sovrapposizione di elementi ambientali ed umani. 

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Sei settori per due isole: dal bosco di Tramontana alla punta di Lussino

Tralasciando volutamente alcune aree sensibili dal punto di vista naturalistico, "Le isole della Bora" traccia 26 itinerari da percorrere liberamente sulle isole e permette al lettore (sarebbe meglio chiamarlo avventuriero), in tempi di restrizioni sulla mobilità causate dalla pandemia e grazie ad un registro divulgativo, di sfogliare le sue pagine comodamente dal divano di casa. La guida "seziona" le due isole e narra le particolarità di sei principali distretti geografici: Tramontana, la città di Cherso, la zona tra le celebri Lubenizze e Martinscica (conosciuta dai triestini come San Martin nda), il vastissimo settore di Punta Croce ed infine, attraversando l'istmo di Ossero, la zona dell'omonimo monte e i due Lussini. 

Absirtidi: tra fauna, flora, immersioni e santi

Con brevi puntate sulle isole di Asinello (Ilovik), Susak (Sansego) e Unie (Unje), il libro accoglie una serie di box capaci di scatenare la curiosità dei lettori più attenti e degli amanti dell'aneddottica. Trovano spazio quindi alcune riflessioni sulla presenza italofona a Cherso e Lussino, la vicenda di San Gaudenzio, la "battaglia" ambientalista per la salvaguardia dei delfini a Neresine "minacciati" dalla costruzione dell'ennesimo marina yacht, la cosiddetta "cattedrale di Premuda" e il relitto del Lina. Sullo sfondo delle problematiche legate alla doppia identità, ecco che passo dopo passo riemergono le suggestioni della "grande traversata" tra leccete e quel continuo tapis roulant di macchia mediterranea che, protetta da secolari roveri nascosti, osserva i satelliti per eccellenza delle isole, vale a dire gli esemplari della celebre colonia di grifoni quarnerini. 

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Il "corpo di spedizione volontario"

Spluciando la lista degli autori presenti si incontrano voci di spessore e penne eleganti, schierate in difesa del patrimonio di un paradiso che, per fortuna, difficilmente si è lasciato addomesticare dagli umani e dai loro affari Nicola Bressi, Raoul Pupo, Donata Degrassi, Sergio Dolce, Livio Dorigo, Alessandro Giadrossi, Luigi Nacci, Franco Musi, Enrico Benussi, Cesare Tarabocchia, Furio Scimali, Fabrizio Masi, Chiara Veranic, Enrico Maria Milic e molti altri sono i volontari che hanno raccolto l'invito di Masiello e dell'editore Vittorio Anastasia per condividerne le osservazioni.

In conclusione, "Le isole della Bora" colleziona lo sguardo dei tempi afflitti dalla corruzione per riaffermare una impellente necessità di rivederne i modi. Prima di applaudire alle frenesie turistiche che fanno piovere rubli o devastano gli usi e i costumi, Cherso e Lussino vanno innanzitutto protette. Andarci a piedi e in bicicletta, sembrano dire gli autori, può essere un piccolo ma fondamentale passo. 

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