rotate-mobile
le voci di chi vive tra i topi e le immondizie / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Via Flavio Gioia

Indagine sul Silos, le paure di chi vive nella tendopoli: "Non abbiamo altro posto"

Nella mattinata di oggi 31 gennaio abbiamo raccolto alcune testimonianze di migranti che, a causa della saturazione del sistema d'accoglienza triestino, sono costretti a vivere all'addiaccio. Tra tende e ricoveri di fortuna, la struttura di proprietà di Coop Alleanza è conosciuta anche oltre i confini nazionali. "Ma non vogliamo stare qui, c'è solo sporcizia e niente cibo". Dalla riunione in prefettura bocche cucite, ma il problema rimane la destinazione alternativa

TRIESTE - “Dove andiamo se non possiamo stare qui? Non abbiamo altra scelta”. E’ quello che dichiarano i migranti accampati nell'ex Silos alla luce degli ultimi sviluppi che riguardano l’indagine in corso sulla struttura fatiscente e che la procura è intenzionata a chiudere a giorni. Oggi, 31 gennaio, in prefettura si è tenuta una riunione riservata per fare il punto sulla situazione, volta anche e soprattutto al fine di individuare possibili soluzioni. Il fascicolo, in mano al pubblico ministero Chiara De Grassi, è aperto per invasione di edificio. Era stata la denuncia sporta da Coop Alleanza, proprietaria della struttura, a far partire le indagini dall'agosto dello scorso anno. Ora che l'inchiesta si avvia alla sua conclusione, il caso del Silos potrebbe essere arrivato ad una svolta. 

L'assenza di alternative

Il destino degli oltre cento migranti che hanno allestito sistemazioni di fortuna sotto le volte della struttura è quindi incerto, oggi più che mai. All’indomani della notizia sull'imminente chiusura delle indagini, ci siamo rivolti ad alcuni degli “ospiti” della struttura e raccolto sul posto alcune impressioni. Quando si chiede a queste persone cosa farebbero in mancanza di questa precaria e mal ridotta sistemazione, la risposta è sempre la stessa. “Non ci sono altre opzioni nelle nostre mani, non abbiamo documenti, né un posto dove andare. Vogliamo stare in questa città e lavorare qui. Accetteremmo tutto, qualsiasi tipo di cibo e di lavoro andrebbe bene”. 

Topi, uomini e rifiuti: viaggio nel Silos, dove vivono i migranti che nessuno vuole

"Non vogliamo stare qui"

Stando alle testimonianze, del Silos si parla ben oltre i confini nazionali. “Prima di arrivare sapevamo che esisteva questo posto, dove ci si poteva accampare temporaneamente”, ma “non vogliamo stare qui, è una situazione di povertà, tanta sporcizia e niente cibo”. L’aspettativa è quella di ottenere il diritto all'asilo e poi trovare un posto nel sistema dell’accoglienza che, come noto, è saturo. “I poliziotti qui sono sempre educati con noi, ci trattano bene, in altri paesi non è così, sono violenti, è successo in Romania, Ungheria e Croazia”. Intanto, la permanenza in questo limbo tra topi e immondizie sembra non finire mai. Lo spiegano i pochi portavoce della piccola comunità, che traducono in un inglese improvvisato le voci dei compagni di sventura. 

Senza alternativa lo sgombero non è possibile

“L’attesa dopo la richiesta di asilo è lunga, alcuni hanno aspettato anche tre settimane o un mese. In questura accettano poche persone, e agli altri dicono di tornare il giorno dopo”. Da fonti vicine a via del Teatro romano si apprende che il flusso è continuo, anche nei giorni più gelidi della stagione invernale, c’è chi arriva e chi parte spontaneamente, ma ci sono anche i trasferimenti disposti dal Viminale che, negli ultimi mesi, hanno quasi dimezzato le presenze. I migranti sono stati portati in altre città italiane, sgravando in parte una città che, per sua natura, si ritrova a essere il punto d’arrivo della rotta balcanica. Gli arrivi, tuttavia, continuano. La primavera non è lontana e così il fisiologico aumento dei flussi. Se la struttura dovesse essere sgomberata, è naturale chiedersi dove andranno questi cento migranti. Loro, al momento, una risposta non ce l’hanno. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Indagine sul Silos, le paure di chi vive nella tendopoli: "Non abbiamo altro posto"

TriestePrima è in caricamento