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Eccellenze enogastronomiche del territorio / Muggia - San Dorligo / Località Dolina

L'azienda agricola Merlak al festival Mare e Vitovska: "Lavorare la vigna è meditazione"

Martin Merlak produce tre vini autoctoni: malvasia e vitovska e refosco, secondo procedimenti naturali. Un’ottica opposta a quella dell’agricoltura intensiva e del principio della produttività a qualunque costo

SAN DORLIGO DELLA VALLE/DOLINA - Una piccola azienda agricola che valorizza le caratteristiche del territorio e produce vini e olio di qualità partendo dal Breg, la “terra marno-arenaria carezzata dal mare, schiaffeggiata dal vento di Bora”, quella dell’Istria che si trova a pochi chilometri di distanza. Lo racconta Martin Merlak dell’omonima azienda che sorge in località Dolina 427. Merlak è uno dei viticoltori che parteciperanno al festival enogastronomico Mare e Vitovska, organizzato dall’Associazione dei Viticoltori del Carso-Kras. L'evento, appuntamento annuale con il vitigno autoctono più celebre del Carso triestino, si terrà al Castello di Duino dal 30 giugno al 2 luglio.

L'azienda agricola Martin Merlak

In mezzo a un quartiere residenziale sorge un insospettabile e lussureggiante giardino, punteggiato di ulivi e con vista sul golfo, che nei mesi estivi si trasforma in un’osmiza a conduzione familiare. Qui si possono degustare vino e salumi di produzione propria ma, mentre il cibo è a uso esclusivo del locale, il vino, piccola eccellenza del territorio, viene anche venduto ed esportato, principalmente a un distributore nella zona di Milano. A Trieste, riferisce il titolare, solo cinque o sei clienti fissi, per “assicurare la fornitura tutto l'anno”, visto che (per il momento) le bottiglie a disposizione non sono molte.

Produzione naturale

Merlak produce tre vini autoctoni: malvasia e vitovska e refosco, secondo procedimenti naturali. Un’ottica opposta a quella dell’agricoltura intensiva e del principio della produttività a qualunque costo. “Tutta la produzione - spiega Merlak - è con fermentazioni spontanee e senza correzioni, filtrazioni, stabilizzazioni, quindi gli interventi sono ridotti al minimo. La stessa filosofia è in vigna, non facciamo uso di diserbanti, insetticidi, ci limitiamo al rame e allo zolfo”.

Le vigne di Merlak misurano meno di tre ettari, anche se nuovi terreni sono in preparazione: “Dal momento in cui si pianta - spiega il viticoltore - bisogna aspettare quattro o cinque anni, certe piante un po’ più forti producono anche dopo tre anni ma io cerco, in quel caso, di buttare via i grappoli per non stressare una pianta giovane e farla concentrare sulla crescita. Puntiamo all’armonia con la terra, a non chiedere più di quello che sa offrire. A darle modo di esprimere la sua diversità annata dopo annata, in maniera sincera. La nostra prima soddisfazione è un grappolo d’uva sano, e lavorare la vigna è un atto meditativo fatto di pace e silenzio, di contatto con la natura e ascolto”.

La storia

La passione di Martin Merlak per questa attività è radicata nella storia della sua famiglia, a partire dall’osmiza del nonno a Servola negli anni 70, poi la chiusura, ma sempre producendo vino a casa, per la famiglia. Poi, negli anni 2000, Merlak padre compra alcuni appezzamenti di terra per creare delle vigne nuove. “All’inizio vendevamo l’uva - spiega Martin - poi nel 2010 abbiamo deciso di riaprire l’osmiza in zona Servola. All’inizio solo vino sfuso, poi ci sono state le prime prove di imbottigliamento. Dal 2012 questo è diventato il mio unico lavoro e col passare del tempo, conoscendo vari produttori e assaggiando vini, sono rimasto affascinato dai quelli naturali e ho cambiato la mia visione del vino. Dal 2017 tutta la produzione è a fermentazione spontanea”.

L’azienda produce anche olio bianchera, varietà autoctona dal sapore leggermente amaro e piccante. Per quanto riguarda i vini, il prodotto di punta è la malvasia, vino che viene definito dalla bocca piena, di bella consistenza, quasi grassa, a cui si aggiunge freschezza ed equilibrio. La fermentazione è in tini aperti, macerazione sulle bucce di circa 5 giorni, lieviti indigeni e affinamento in legno usato. La malvasia, secondo Martin Merlak, “è quella varietà che rispetta di più il territorio, in questa zona inizia l’Istria, infatti oltre il monte c’è la Slovenska Istra e qui abbiamo la stessa terra. Punto molto su questo vitigno perché è quello che riesce a tirar fuori il massimo da questo territorio”.

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