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A Parola data: "Casi di Ordinaria Giustizia"

"Sono innocente, non ho fatto niente di male" così parlò Raffaele Sollecito."Sono profondamente delusa dalle autorità di polizia. Hanno tradito la mia fiducia. Non ho ucciso, non ho violentato, non ho rubato, non ero lì quella sera" così aggiunse...

"Sono innocente, non ho fatto niente di male" così parlò Raffaele Sollecito.
"Sono profondamente delusa dalle autorità di polizia. Hanno tradito la mia fiducia. Non ho ucciso, non ho violentato, non ho rubato, non ero lì quella sera" così aggiunse Amanda Knox.
Stiamo parlando del processo d'appello riguardante l*omicidio di Meredith Kercher, si era capito.
Una vicenda specifica, nel suo ordinaria. C'è da chiedersi però se tutta questa storia non sia paradigmatica, ovvero esemplare per ogni altro caso giudiziario trattato in nome del principio che la legge è uguale per tutti.
Va anche ricordato come fin dall'inizio vi sia stato un enorme interesse mediatico internazionale per i soggetti in qualche modo coinvolti e poi per le differenze tra i diversi codici di procedura penale vigenti in Italia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna: in buona sostanza per i diversi modi di impostare un processo, di curarlo, di definirlo.

Comunque sia, i due ragazzi imputati sono stati liberati in quanto assolti con la formula piena al di là della condanna a tre anni per calunnia comminati ad Amanda per aver fatto il nome di Patrick Lumumba quale omicida, pena già ampiamente consumata dai quattro anni di carcere a seguito della sentenza di primo grado.

Ribadiamolo: assolti con formula piena per non aver commesso il fatto, non c'è stata cioè alcuna formula dubitativa, quella per la quale si applica il principio del "in dubbio pro reo".
No. Zero assoluto, non hanno fatto nulla, non c'erano, non potevano, non sapevano.
Un ribaltamento completo di fronte rispetto alla sentenza di primo grado.
Adesso resterà la via della Cassazione, quella che dovrà confermare se le norme applicate erano quelle giuste, tradotto tutto resterà com'è.
Sconcertante.

Perché i due ragazzi prima sono stati condannati e poi dichiarati innocenti è noto: durante il primo grado le parti non avevano inteso avvalersi di una perizia approfondita e costosa sugli ambienti e sugli oggetti riguardanti l'omicidio della povera Meredith, perdendo così di vista una buona occasione per non togliere quattro anni di libertà a due persone, evitando indagini che poi in vista del processo d'appello hanno coperto un periodo lungo almeno tre anni.

E' una bruttissima pagina per la Giustizia italiana che non solleva per niente la nostra non lusinghiera immagine nazionale corrente e a poco valgono i commenti di chi intravvede per i due ampie possibilità di rifarsi con risarcimenti danni ed eventuali diritti televisivi o di scrittura.
E' una pagina penosa in ogni senso la si voglia leggere e c*è da chiedersi se il cittadino, quello della strada o il nostro vicino di casa, possa fidarsi dell*istituzione che prima di proclamare verità vere o presunte deve dichiarare la libertà.
Così almeno vuole il Codice di Procedura Penale vigente.

Non appena è stata data lettura della sentenza si è propagato lo sconcerto, anche con scene - in ogni caso penose - da tifoseria da stadio. Tra la gente c'è sdegno, sfiducia, rancore.
C'è una ragazza che è stata uccisa, Meredith Kercher, che sembra essere stata offesa due volte comunque siano innocenti o colpevoli Amanda e Raffaele.
Poi c'è Ruby Guede condannato a sedici anni di carcere per concorso in omicidio - e ora il concorso dov'è? - con Amanda e Raffaele.
Ma soprattutto c'è la conferma che a salvare i due ragazzi sono state le molte sostanze delle due facoltose loro famiglie per poter affrontare la costosa perizia.
Manca ogni segno di equilibrio.

Facciamoci delle domande.
Se Amanda e Raffaele erano due ragazzi normali, figli di famiglie di dipendenti con salari segnati dalla crisi economica, che accadeva? Che si facevano l'ergastolo? E' forse la nostra una giustizia di classe?
Siamo certi che certe Procure non operino in nome di teoremi sempre molto affascinanti, totalizzanti ed onnicomprensivi? E se qualcuno ha sbagliato nel condurre le indagini, ora chi pagherà?

E per andare avanti così, viene da chiedersi ancora una cosa e non per buttarla in politica.
Il cavalier Silvio Berlusconi non perde occasione per lanciare strali a quella parte della Magistratura che lo ha reso l*uomo più indagato del pianeta in virtù di teoremi.
E se avesse ragione?

Simone Momianesi

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