rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
La recensione / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Piazza Giuseppe Verdi

Un allestimento pregiato per Ariadne auf Naxos di scena al Teatro Verdi

Il capolavoro di Richard Strauss conquista senza riserve il pubblico triestino

TRIESTE - Esordita al Teatro Verdi esattamente trenta anni dopo la prima assoluta avvenuta a Stoccarda nel 1912, Airadne auf Naxos ha timidamente continuato a tornare a Trieste con la cadenza circa ventennale, un intervallo davvero troppo lungo per un capolavoro assoluto quale quest'opera di Richard Strauss architettata sullo splendido libretto di Hugo von Hofmannsthal. Lo si è potuto constatare chiaramente anche al debutto del nuovo allestimento realizzato dal Comunale di Bologna, in coproduzione con La Fenice di Venezia e la Fondazione lirica triestina.

Una giusta impostazione drammaturgica

Il pubblico, purtroppo non numerosissimo ma arricchito dalla notevole presenza dei giovani spettatori, ha suggellato il successo della serata con un inconsueto e, si direbbe, commosso fervore, dovuto indubbiamente anche all’incanto del sublime sposalizio tra la musica e la parola, di cui i due autori rimangono tra i sommi esempi. Ed è proprio la poliedrica e ricercata complessità del lavoro a rendere ardua e perigliosa la sua messa in scena, pretendendo la ponderata perizia ed eccellenza professionale sia dai creatori della dimensione visiva sia da tutti gli interpreti. La partitura sortisce pienamente l’effetto solo tramite gli espedienti di una giusta impostazione drammaturgica, sviluppata intorno ad un perno ideale coerente e congruo e – l’imperativo sottinteso e incondizionato - affidata ad un cast le cui alte qualità canori corrispondono alla spigliatezza recitativa. L’esito fortunato dello spettacolo triestino deriva soprattutto dal adempimento di queste due imprescindibili condizioni.

La regia

La regia originale porta la firma di Paul Curran, ed è efficacemente ripresa a Trieste da Oscar Cecchi, coadiuvato dall’assistente Roberto Bonora. L’azione è continua, fluida, appropriata alle vicende e ai personaggi, divertente seppure alquanto esuberante, specie nel prologo in cui si insiste sugli (auto)ironici topoi (meta)teateali, per assumere spigliatamente le sfumature intimistiche e le ben calibrate atmosfere di un pathos etereo, quando suggerite dalla scrittura. Dal punto di vista estetico e funzionale, si inseriscono efficientemente nel concetto globale le belle scene ed estrosi costumi di Gary McCann, illuminati alla perfezione dalle luci ideate da Howard Hudson.

Il cast

L’intero cast si abbandona con gioia e lodevoli competenze interpretative in questo gioco intricato ed estremamente esigente. Svetta su tutti una maestosa Simone Schneider nei panni di Primadonna/Ariadne, con la vocalità opulente di gradevolissimo timbro e ampio spettro dinamico, equa nei vari registri, duttile, abilmente impegnata nelle squisite delicatezze del fraseggio. Non si fa rubare la scena la scatenata ma sensibile Zerbinetta di Liudmila Lokaichuk, irresistibile seduttrice che tramuta una vaga malinconia nella semplice saggezza terrena e quotidiana. La voce, magari non potentissima, è tuttavia cristallina, di mirabile agilità, imperturbabile nella profusione di acuti e fioriture. L’esecuzione della sua massacrante aria è premiata con qualche minuto di passionali acclamazioni. Heiko Börner è un Bacco raffinato, espressivo, capace di affrontare le note di passaggio e l’alta tessitura senza deformazioni timbriche; peccato, però, che non distribuisce bene le proprie forze e verso la fine la sua prestazione ne risente palesemente. Di classe e inappuntabile, invece, la maniera in cui Sophie Haagen rende il tormenato Compositore. In fondo, tuttavia, Ariadne è una creazione corale, dove il risultato dipende da ogni singolo solista e comprimario. Spiccano le straordinarie e rigogliose prestazioni di Olga Dyadiv, Chiara Notarnicola e Eleonora Vacchi, seguite dal quartetto maschile composto da Gurgen Baveyan, Christian Collia, Vladimir Sazdovski e Mathias Frey. Apprezzati Marcello Rosiello come un incisivo Maestro di musica, Andrea Galli, Francesco Samuele Venuti, Dario Giorgelè e Gianluca Sorentino, mentre alquanto pallido appare Peter Harl nel ruolo parlato. A tenere in armonia tutti gli interpreti nonché l’orchestra che svolge il proprio compito con grande dignità, in maniera dilettevole, c’è sul podio il maestro Enrico Calesso, attento e puntuale esegeta della tanto ardua quanto sublime partitura. Meritate le lunghe ovazioni finali. Le ultime tre repliche dello spettacolo saranno di scena il 23 (ore 20.00), 24 e 25 febbraio (ore 16.00).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un allestimento pregiato per Ariadne auf Naxos di scena al Teatro Verdi

TriestePrima è in caricamento