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Lunedì, 29 Aprile 2024
Teatro / Largo Giorgio Gaber

La Coscienza di Zeno al Rossetti: Haber e Valerio dipingono il romanzo con i colori dell'inquietudine

L’interpretazione intensa di Haber e l’allestimento dinamico di Paolo Valerio fanno rivivere sul palco il romanzo di Svevo a cent’anni dalla sua pubblicazione. Una scena quasi tutta in bianco e nero, dove i colori intervengono solo per dipingere l’inquietudine in un testo sovrastato dall’ironia

TRIESTE - E’ andata in scena domenica 8 ottobre l’ultima replica de “La coscienza di Zeno” al Rossetti, con Alessandro Haber. Uno spettacolo che ha dato il via alla stagione di prosa 2023 - 2024, riempiendo la platea “stellata” della sala Assicurazioni Generali. Haber, attore versatile che ha sempre spaziato dal dramma al cinepanettone, si è dimostrato l'interprete ideale per un personaggio tremebondo e avvitato su se stesso, schiacciato dalla sua intelligenza introspettiva. In un finale dalla potenza aforistica, Haber ha ben interpretato lo smarrimento dell’uomo di fronte all’ignoto e al profondo mistero dell’universo, barcollante davanti alla profezia di una condizione umana destinata all’autodistruzione.

La regia di Paolo Valerio ha conferito un ritmo dinamico a un testo squisitamente riflessivo e il “non finale” del romanzo sveviano è stato reinterpretato in chiave quasi apocalittica, con sinistri bagliori e un grande occhio (divino?) a inglobare il fondo della scena. Un occhio che riprende il grande specchio concavo (ispirato a un quadro di Escher) in cui vengono proiettati filmati e suggestioni che fanno da contrappunto a quanto accade in scena. Una scena quasi tutta in bianco e nero, dove i colori intervengono solo per dipingere l’inquietudine in un testo sovrastato dall’ironia (che comunque trova il suo spazio anche nell’allestimento). L’operazione di riduzione del testo per portare l’imponente opera di Svevo sulla scena, per forza di cose toglie complessità all’opera, e alcuni spettatori hanno sentito la mancanza di qualche passaggio del libro.

Lo svolgersi della trama è tuttavia chiaro e alla fine agile e movimentato, anche grazie allo sdoppiamento del personaggio principale, che da vecchio (Alessandro Haber) racconta le vicissitudini della sua versione giovane (un convincente Alberto Onofrietti). Tra gli altri personaggi spicca l’interpretazione di Chiara Pellegrin nel ruolo di Ada. Con Paolo Valerio hanno collaborato Marta Crisolini Malatesta per la scena e i costumi, Gigi Saccomandi per le luci, Alessandro Papa per i video e Oragravity per le musiche, in un’alchimia di atmosfere che conferisce nuova vita al romanzo nel centenario della sua pubblicazione. Lo spettacolo sarà rappresentato anche in altri teatri italiani.

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