Ambiente: presentata relazione 2017 sulla qualità dell'aria in Fvg
Udine, 8 giu - La relazione annuale sulla qualità dell'aria in
Friuli Venezia Giulia nel 2017 conferma una situazione
complessivamente buona e rispettosa dei limiti di legge, pur se
in presenza di un lieve peggioramento rispetto al 2016,
principalmente dovuto alla variabilità interannuale delle
condizioni meteorologiche.
Il dato è emerso oggi durante la conferenza stampa, a Udine nella
sede della Regione, con l'assessore regionale all'Ambiente ed
Energia del Fvg Fabio Scoccimarro e il direttore generale
dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa Fvg)
Luca Marchesi, in cui è stato presentato il complesso documento
che prende in considerazione tutti gli inquinanti "normati",
ovvero quelli per cui esiste un limite di legge in aria ambiente,
e che da quest'anno comprende anche il territorio di Sappada.
I dati dell'Arpa indicano che il materiale particolato è
monitorato sia nella frazione più grossolana, Pm10, sia nella
frazione più fina, PM2.5. Per quanto riguarda il PM10, la
relazione evidenzia una media annua ovunque inferiore al limite
di legge, sebbene con valori maggiori nel Pordenonese. Anche il
numero di superamenti giornalieri del PM10 ha rispecchiato
l'andamento ormai noto, con valori oltre al limite di legge su
un'ampia area della pianura occidentale tra il Veneto e il
Tagliamento, dove le caratteristiche climatiche sono simili a
quelle della Pianura Padana.
Il PM2.5 è rimasto invece al di sotto del limite di legge su
tutta la regione ed è addirittura inferiore al limite di 20 ng/m3
che entrerà in vigore nel 2020.
L'ozono si conferma essere l'inquinante più critico in Friuli
Venezia Giulia. Infatti, a causa dell'elevata radiazione solare
nel periodo estivo, su quasi tutto il territorio regionale la
concentrazione di ozono è stata elevata e superiore all'obiettivo
di legge a lungo termine. Si tratta di un problema che riguarda
l'intera Europa, che richiede pertanto risposte di tipo
tecnologico e strutturale coordinate tra i diversi livelli di
governo.
Per quanto riguarda il biossido di azoto, per effetto dei
miglioramenti tecnologici degli ultimi anni, sia la
concentrazione media annua che le concentrazioni medie orarie
sono rimaste al di sotto delle soglie di legge. Monossido di
carbonio (CO) e biossido di zolfo presentano in generale
concentrazioni molto basse, analogamente agli anni precedenti;
valori più elevati si riscontrano solo in aree caratterizzate da
un maggior flusso veicolare e nei pressi di alcune circoscritte
aree industriali, dove sono comunque rispettati i limiti di legge.
Per il benzene il rapporto Arpa evidenzia che quasi tutte le
postazioni di misura presentano una concentrazione
abbondantemente inferiore al limite di legge. I valori maggiori
si osservano nei pressi delle zone maggiormente trafficate e
nelle vicinanze dello stabilimento siderurgico di Servola.
Nel complesso la concentrazione di benzo(a)pirene è analoga a
quella degli anni precedenti, con valori inferiori ma prossimi ai
limiti su quasi tutta la pianura regionale e a Servola nei pressi
della Ferriera.
Infine, tutti i metalli pesanti (Arsenico, Cadmio, Nichel,
Piombo) sono al di sotto della soglia di valutazione inferiore,
ovvero quella soglia cautelativa per la quale non sarebbe neppure
necessario il monitoraggio continuativo.
I dati acquisiti da Arpa consentono di fare alcune
considerazioni di dettaglio sulla qualità dell'aria nelle aree
urbane e in area vasta. Per quanto riguarda le aree urbane, Arpa
rileva che in stazioni di misura collocate in prossimità di
singoli assi viari ad alta percorrenza il particolato atmosferico
è maggiore del 5 per cento rispetto a stazioni di fondo urbano.
Ben più significativo è il contributo per gli ossidi di azoto -
inquinanti tipicamente associati ai motori a ciclo Diesel - che
aumentano del 10-30 per cento nei pressi degli assi viari a
maggior traffico. Queste considerazioni possono essere molto
utili per valutare l'efficacia delle azioni volte al rinnovo del
parco macchine circolante o per la gestione degli eventi di
inquinamento acuto. Per quanto riguarda la concentrazione di
inquinanti su area vasta, Arpa osserva che le concentrazioni di
benzo(a)pirene prossime ai limiti su quasi tutta la pianura,
anche in assenza di sorgenti puntuali, siano da imputare in
particolare all'uso diffuso della legna come combustibile
domestico, soprattutto se a ciocchi e in impianti obsoleti.
ARC/LP/com