Cultura: arricchimento mostra Orsoline a Gorizia bel viatico al 2025
Gorizia, 8 apr - L'allestimento della mostra permanente dei
musei di Borgo Castello a Gorizia dedicata ai ricami delle Madri
Orsoline si arricchisce da oggi di un grande mobile da sacrestia
settecentesco, di ulteriori paramenti sacri, i cosiddetti arredi
del Giovedì Santo, e di una sezione dedicata all'arte del
merletto a fuselli risalente ai Seicento: il tutto costituisce,
secondo l'assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia
Giulia, un patrimonio stupefacente che ha richiesto un grande
sforzo alla Regione e all'Erpac e che rappresenta al tempo stesso
un regalo alla città di Gorizia e un bel viatico verso il 2025.
Tra le novità dell'allestimento inaugurato lo scorso 30 novembre
"Tra la terra e il cielo. I meravigliosi ricami delle Orsoline",
inserito nel Museo della Moda e delle Arti applicate, figurano
cornici digitali che spiegano le varie tecniche tessili
utilizzate per confezionare i paramenti in esposizione
(ago-pittura, ricamo su canovaccio, ricamo in oro, merletto a
fuselli). Si tratta, infatti, come ha spiegato l'assessore, non
solo di preservare ricami che sono vere e proprie opere d'arte,
ma anche di tramandarne e di renderne fruibile la conoscenza in
particolare alle giovani generazioni.
Nel corso dell'incontro è stata illustrata in particolare la
novità di spicco, il complesso restauro di un mobile da
sacrestia, di gusto barocco, di altissimo livello sia per la
qualità di esecuzione che per la ricchezza compositiva. Una vera
meraviglia, a giudizio dell'assessore, che si è soffermata a
lungo sull'arredo per la quale si ipotizza un'origine d'Oltralpe,
completamente intarsiato, a motivi geometrici, con numerose e
pregiate essenze legnose. Il mobile è formato da due corpi
sovrapposti: quello inferiore ha custodito paramenti sacri,
mentre sul corpo superiore sono collocate pregevoli sculture
policrome e dorate, raffiguranti sant'Orsola e sant'Agostino
(santi protettori dell'Ordine delle Madri Orsoline), la Madonna
Addolorata, (custodita in un'edicola addossata a un fastigio
mistilineo) e, a coronamento dell'intero mobile, il Crocifisso.
Il suo restauro ha richiesto un impegno difficile e delicato,
così come è stata paziente e certosina nei secoli l'opera di
tessitura delle Orsoline, capaci di cucire, in senso proprio e
figurato, un legame profondo con il territorio goriziano - è
stata la riflessione dell'assessore alla Cultura - che anche dopo
il loro addio alla città nel 2017 rimane oggi più radicato che
mai.
ARC/PPH/gg