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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Giorno Ricordo: Roberti-Scoccimarro, su foibe troppi anni di silenzio

Trieste, 10 feb - Oltre al governatore Massimiliano Fedriga, alle cerimonie per il Giorno del Ricordo che si sono tenute oggi alla foiba di Monrupino e al monumento nazionale di Basovizza hanno presenziato anche gli assessori regionali Pierpaolo Roberti (Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza, immigrazione), Fabio Scoccimarro (Difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile) e Alessia Rosolen (Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia).

"Nonostante le restrizioni legate alla pandemia, anche quest'anno il Giorno del Ricordo ha visto una notevole partecipazione da parte delle associazioni e delle istituzioni - ha affermato Roberti -. Si tratta di una manifestazione di grandissima valenza perché per troppi anni sulla tragedia delle foibe si è voluto stendere un velo di omertà dettato all'epoca da convenienza politica e da motivazioni di carattere geopolitico".

"Visto che questo silenzio, questo oblio è durato per tanti, troppi anni, oggi ancora con maggiore forza dobbiamo superare quelle divisioni e quelle sofferenze che si sono venute a creare a causa del silenzio e dell'omertà. Fondamentale quindi - ha aggiunto Roberti - essere presenti e partecipare a questa cerimonia, ma ancora più importante non dimenticarcene il giorno dopo".

"A diciotto anni dall'istituzione del Giorno del Ricordo - ha sottolineato Scoccimarro - c'è ancora una fetta di popolazione che non conosce le foibe e l'esodo di istriani, fiumani e dalmati e chi giustifica o, peggio ancora, nega la tragedia e le atrocità commesse dagli slavi-comunisti di Tito nei confronti degli italiani, ma anche di sloveni, croati e non solo e di giovani preti martiri come i beati don Francesco Bonifacio e don Miroslav Bulešic".

"Molto è stato fatto, attraverso documentari, film e servizi giornalistici, per riportare alla luce questo dramma a lungo tenuto nascosto. La mano nella mano tra i presidenti Mattarella e Pahor rappresenta un buon inizio, ma bisogna coinvolgere anche i presidenti degli altri stati della ex Jugoslavia. Inoltre - ha concluso Scoccimarro - solo ritirando l'onorificenza al maresciallo Tito, cancellando le scritte inneggianti al dittatore dai monti Cocusso e Sabotino e magari erigendo al loro posto delle croci che uniscono i nostri popoli e non li dividono, si potrà cominciare a parlare di giustizia". ARC/RT/gg



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