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Salute: Regione, criticità strutturali ostacolano cure palliative

Trieste, 14 apr - Sarà nostra cura approfondire le raccomandazioni formulate dai ricercatori dell'Ires per declinarle sia da un punto di vista strutturale che puntuale per consentire a chi gestisce la rete delle cure palliative e della terapia del dolore di fare tesoro di questo lavoro che consideriamo estremamente importante.

Con queste parole il vicegovernatore con delega alla Salute ha terminato oggi il suo intervento nel corso della seduta del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione convocato per conoscere lo studio dei ricercatori dell'Istituto di ricerche economiche e sociali (Ires Fvg) incaricati dello svolgimento della missione valutativa sull'attuazione e gli effetti delle leggi regionali 10 del 2011 e 17 del 2014.

Secondo il vicegovernatore per mettere mano a questa materia bisogna conoscere le criticità strutturali del sistema che vanno rimosse. Altrimenti tutte le declinazioni puntuali e opportune che possono essere fatte finiscono per non trovare una corretta applicazione.

Per l'esponente della Giunta è necessario fare un grande lavoro sulla qualità, sulla cultura e sull'interpretazione dei dati evitando le inutili semplificazioni e senza attribuire le responsabilità a un'unica struttura o servizio.

Per gestire correttamente il dato bisogna infatti individuare chi sia in grado di organizzare il sistema, garantendo il suo flusso ordinato, ma anche chi deve contemporaneamente valutare queste informazioni. Su questo si devono fare passi in avanti, facendo uno sforzo culturale verso questa nuova impostazione, che non può prescindere da una formazione adeguata, e utilizzando un approccio trasversale che è alla base della capacità di osservazione e valutazione dei dati in nostro possesso.

Il vicegovernatore ha anche sottolineato che, per fare un esempio calzante, la pandemia è stata gestita sulla base di norme che non prevedono deroghe alle procedure legate al trattamento dei dati sulla privacy. Nell'epoca dei social network, si tratta di un rigore esagerato che troppo spesso impedisce ai professionisti della sanità di svolgere al meglio le loro prestazioni. Per sciogliere questo nodo le Regioni devono fare massa critica nei confronti del Parlamento e del Governo centrale.

Sulla mancanza di uniformità di erogazione delle cure palliative e della terapia del dolore, l'esponente della Giunta ha ricordato che questa situazione è figlia di una storia frammentata e di resistenze ingiustificabili che rendono il nostro sistema sanitario ancora bloccato. La riforma che ha modificato l'assetto delle aziende sanitarie è stata varata infatti poche settimane prima dell'esplosione del coronavirus. Per l'esponente della Giunta su questo dobbiamo fare passi in avanti perché non è accettabile che ci siano cure diverse per i cittadini di differenti zone del Friuli Venezia Giulia.

Il vicegovernatore ha concluso affermando che è urgente un forte investimento sul capitale umano, a partire dalla revisione delle regole di accesso alla formazione per le professioni sanitarie, sulle scuole di specializzazione, sul reclutamento, sulle politiche retributive, sui principi di esclusività che non hanno ragione di esistere e sulla permeabilità delle carriere.

Temi che purtroppo non sono nella disponibilità delle Regioni ma che l'esponente della Giunta si augura vengano affrontati dal Parlamento e dal Governo nell'ultima parte di questa legislatura. ARC/TOF/gg



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