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"l'Importanza di Chiamarsi Ernesto" al Rossetti con Geppy Gleijeses

Lo spettacolo in scena dal 19 al 23 febbraio Ritorna a Trieste dopo tredici anni e in un allestimento nuovo e arricchito uno dei più amati classici del teatro europeo, L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde, nella regia di Geppy...

Lo spettacolo in scena dal 19 al 23 febbraio

Ritorna a Trieste dopo tredici anni e in un allestimento nuovo e arricchito uno dei più amati classici del teatro europeo, L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde, nella regia di Geppy Gleijeses che ne è anche uno dei protagonisti assieme a Marianella Bargilli e Lucia Poli.

L'importanza di chiamarsi Ernesto rappresenta proprio l'estremo momento della gloria dell'autore, forse il più alto vertice della sua antesignana intuizione drammaturgica, e l'attimo anche della sua caduta. Messa in scena con enorme successo il 14 febbraio del 1895 a Londra la commedia fu infatti sospesa dopo sole sei repliche in seguito allo scandalo del processo contro Lord Queensberry che aveva pubblicamente tacciato Wilde di sodomia: ma teatralmente parlando, sarebbe stata l'inizio di chissà quali evoluzioni.

Non a caso viene definita la più bella commedia di tutti i tempi. È leggera, surreale nei dialoghi (che Wilde voleva recitati con naturalezza), tutti splendidamente costruiti sulla satira, sul gioco di parole, sul ritmo, su un susseguirsi incredibile di paradossi. Può una giovane impuntarsi su un nome - Ernest, che in inglese si pronuncia come "earnest", ossia onesto - a tal punto da decidere di sposare solo l'uomo che lo porterà? Al contrario della Giulietta shakespeariana, per cui non aveva alcun valore il nome dell'amato, la bella Gwendolen figlia di Lady Bracknell, sì: prende tale decisione. E getta nello sconforto il povero Jack Worthing, che peraltro non conosce le proprie vere origini, ed è innamorato di lei. Si finge naturalmente un "Ernest" e la corteggia con la connivenza dell'amico Algernon e da quell'inganno parte il vortice di intrighi ed equivoci della commedia, elegante e godibile come nessuna.

Per Geppy Glejieses l'allestimento de L'importanza di chiamarsi Ernesto è stato un significativo successo: oltre dieci anni fa totalizzò numeri da record in molti teatri italiani. L'affronta ora nuovamente in un'edizione preziosa e rinnovata, in cui recita accanto a Marianella Bargilli e a Lucia Poli. I ruoli sono così distribuiti: Marianella Bargilli (Algernon), Orazio Stracuzzi (Lane/Merriman), Geppy Gleijeses (Jack), Lucia Poli (Lady Bracknell), Valeria Contadino (Gwendolen), Renata Zamengo (Miss Prism), Giordana Morandini (Cecily), Luciano D'Amico (Chasuble).

L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde è tradotto da Masolino D'Amico, la proiezione scenica è di Teresa Emanuele, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Matteo D'Amico, firma le luci Luigi Ascione. Lo spazio scenico, come la regia, è concepito da Geppy Gleijeses. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Quirino - Vittorio Gassman.

Lo spettacolo va in scena dal 19 al 23 febbraio al Politeama Rossetti per la stagione Prosa dello Stabile regionale. Da mercoledì a sabato lo spettacolo va in scena alle 20.30. Giovedì anche alle ore 16, mentre domenica la replica è esclusivamente pomeridiana. Biglietti ancora disponibili presso i punti vendita e i circuiti consueti dello Stabile regionale.

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