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Sabato, 27 Aprile 2024
A conferma dell'eccellenza

Cardiochirurgia di Trieste: impiantato per la prima volta un “cuore artificiale” miniaturizzato

La Cardiochirurgia di Trieste continua sul percorso dell’innovazione già avviato con l’espansione delle tecniche mininvasive e l’adozione di tecniche microinvasive con il recente impianto di protesi valvolare mitrale transcatetere

E' stato eseguito per la prima volta presso la Cardiochirurgia di Trieste l’impianto di un “cuore artificiale” miniaturizzato, totalmente impiantabile in un paziente affetto da cardiomiopatia dilatativa in fase terminale. Questo dispositivo denominato tecnicamente L-VAD ha la capacità di sostenere meccanicamente
la funzione del ventricolo sinistro nei casi in cui questa sia severamente compromessa da una cardiomiopatia.

L’intervento è stato eseguito alcuni giorni fa con esito favorevole. L’immediato decorso postoperatorio nel reparto di Terapia Intensiva di Cardiochirurgia è stato regolare ed il paziente proseguirà il necessario percorso riabilitativo presso il reparto di degenza.

La novità che conferma l'eccellenza

Si tratta di un intervento assolutamente nuovo per il Polo Cardiologico dell’Ospedale di Cattinara ed è frutto della stretta collaborazione dipartimentale tra la Cardiochirurgia diretta dal dott. Enzo Mazzaro e la Cardiologia del Prof. Gianfranco Sinagra.

La Cardiologia di Trieste, sotto la guida del Prof. Sinagra, è da molti anni centro di riferimento nazionale ed internazionale per il trattamento dello scompenso cardiaco. Nell’ambito del trattamento a 360 gradi delle cardiomiopatie caratterizzate clinicamente da uno stato di scompenso cardiocircolatorio avanzato è stata introdotta quindi, a completamento delle più moderne cure di natura farmacologica ed interventistica cardiologica, una terapia chirurgica il cui scopo è quello di sostenere meccanicamente la funzione del cuore sinistro qualora gravemente compromessa.

Il progetto di implementazione mediante impianto chirurgico di sistemi innovativi di assistenza meccanica cardiaca e l’ampliamento delle possibilità terapeutiche in pazienti affetti da forme severe ed avanzate di cardiomiopatie basa le sue origini nella storia stessa del Polo Cardiologico Triestino da anni dedicato alla ricerca e allo studio delle cardiomiopatie e clinicamente all’inquadramento diagnostico e terapeutico dello scompenso cardiaco avanzato. In questo ambito il Centro, che è parte della Rete Europea ERN, offre una caratterizzazione genetica avanzata in collaborazione con l’IRCCS Burlo Garofolo e tissutale endomiocardica mediante biopsia in collaborazione con l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Trieste.

L’intervento è stato reso possibile dal fondamentale supporto della Direzione generale e Strategica di ASUGI, dall’apporto di nuove competenze chirurgiche specifiche in questo ambito, dall’impegno congiunto multidisciplinare del personale medico, operante all’interno di un gruppo di lavoro dedicato alla diagnosi ed alla terapia dello scompenso cardiaco avanzato, dell’intero personale infermieristico e tecnico del Polo Cardiologico.

La Cardiochirurgia di Trieste continua sul percorso dell’innovazione già avviato con l’espansione delle tecniche mininvasive e l’adozione di tecniche microinvasive con il recente impianto di protesi valvolare mitrale transcatetere.

Agenas: premiata la Cardiochirurgia Asugi

L’analisi degli esiti riportati dal Piano Nazionale Esiti 2023 e pubblicati recentemente da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) confermano l’eccellenza dei risultati della Cardiochirurgia di Asugi all’interno del panorama nazionale, in linea con i più elevati standard internazionali nel campo della chirurgia cardiaca valvolare e coronarica.

In particolare la Cardiochirurgia di Asugi, per quanto riguarda gli esiti dell’intervento di rivascolarizzazione miocardica mediante bypass coronarico, si distingue collocandosi al primo posto tra le cardiochirurgie ad elevato volume di procedure (con una mortalità dieci volte inferiore rispetto alla media nazionale). Nella chirurgia valvolare cardiaca inoltre occupa il terzo posto a livello italiano (con una mortalità complessiva inferiore ad un terzo di quella media registrata a livello nazionale).

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