Nue112, incidente auto-moto: ancora incertezze e lunghe attese per i soccorsi
Continuano i disagi legati al Numero Unico Emergenza 112. La testimonianza arriva da una lettrice in qualità di soccoritrice occasionale sul luogo di un incidente stradale
In data 22 giugno alle ore 11 e 15 circa stavo percorrendo con mio marito via dell’Istria in direzione galleria-San Giacomo quando abbiamo notato un uomo a bordo di un motoveicolo cadere a metà tra le due carreggiate in seguito all’urto con un autoveicolo. Tempo di accostare ed attraversare la strada, mi reco a soccorrere l’uomo insieme ad un secondo soccorritore. L’uomo a terra recava trauma toracoaddominale in seguito al contatto col manubrio e il telaio del proprio motoveicolo, accusava dispnea ingravescente, negava trauma cranico. Mentre mi accingevo a dare il cambio al primo soccorritore per recarmi alla testa del paziente, dall’altra parte della strada mio marito cercava di chiedere soccorsi chiamando il NUE.
In seguito le tempistiche e modalità di chiamata ed interviste.
Ora chiamata: 11 e 18 minuti. Alla risposta da parte di un operatore mio marito comincia a dare la descrizione dell’accaduto, ma si accorge dopo alcuni secondi di essere stato messo in attesa. Qualche secondo dopo risponde l’operatore del 112. Ripete pertanto all’operatore il problema (incidente stradale con ferito) e sede, e che si necessitava di un’ambulanza. L’operatore chiede quindi in che città si trovasse. Dopo la risposta, l’operatore chiedeva età della persona, condizioni generali di salute della persona, chiedeva di riferire la presenza di liquidi infiammabili e se ci fosse bisogno dell’intervento del corpo dei VVFF. Mio marito viene nuovamente messo in attesa. Passano tre minuti circa. Risponde un secondo operatore che richiede le medesime informazioni, a cui mio marito dà sempre pronta risposta richiedendo più volte che fosse mandata un ambulanza quanto prima. L’operatore quindi dichiara di aver allertato l’ambulanza, sincerandosi quindi delle condizioni del paziente fino all’arrivo della stessa, momento in cui mio marito chiude la telefonata.
A questo punto la sorpresa: l’ambulanza che arriva sul posto non era destinata a noi, ma si fermava a prestare soccorso essendo obbligata a procrastinare l’intervento verso cui si stava dirigendo. L’auto medica arrivava qualche minuto dopo che, dopo aver accertato le condizioni generali del paziente, lo accompagnava ad eseguire il suo iter ospedaliero.
La chiamata per ricevere dei soccorsi è durata 5 minuti e 36 secondi, ed ha coinvolto due operatori. Il signore che ho soccorso accusava dispnea grave ed ingravescente, ma per fortuna non ha subito lesioni gravi.
Quello che mi chiedo è questo: i tempi di queste chiamate sarebbero accettabili per un paziente in arresto cardiocircolatorio, in un trauma a dinamica maggiore, in una rottura di aneurisma dove il tempo è vita? Io Le parlo da operatore, per quanto in erba, e Le confido che sono stati dei minuti di attesa lunghissimi, pur sapendo che qualcosa, nella mia piccola esperienza, saprei fare in caso di emergenza.
Il passaggio dal 118 come numero diretto al NUE mi ha subito posto dei dubbi su quelle che sarebbero potute essere le modifiche riguardo la tempestività di interventi sanitari emergenti. In questo caso ho sentito la carenza di immediato riscontro di personale sanitario dall’altra parte del telefono. Il sistema 118 è una grande, grandissima realtà italiana di cui dobbiamo essere fieri. Spero non venga adombrato da servizi inadeguati ad esso correlati.