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Venerdì, 26 Aprile 2024
Green Cologna - San Giovanni / Via delle Docce

"Salta" un tombino e a san Giovanni rispunta l'acquedotto Teresiano

E' successo in via della Docce nei pressi del cantiere aperto qualche tempo fa. La Società Adriatica di Speleologia si è calata all'interno del pozzo profondo oltre 15 metri che conduce alla vecchia galleria Tchebull secker, tunnel costruito ad inizio Novecento per cercare l'acqua tra il calcare in direzione Faccanoni

Rione di san Giovanni, più precisamente via delle Docce, alcuni giorni fa. Alcuni operai dell'impresa edile Buridano Srl e Consorzio Integra stanno lavorando al cantiere nella zona dietro la chiesa, quando improvvisamente, "salta" un vecchio tombino e, nello stupore generale, si apre un pozzo in muratura che scende in profondità per poco meno di 20 metri e che fa parte della complessa rete idrica dell'acquedotto Teresiano. 

Lo stupore

La scoperta, che soprende un po' tutti gli addetti ai lavori, però non sfugge a chi l'oscurità la conosce bene, vale a dire la Società Adriatica di Speleologia. Grazie ad una segnalazione di un residente della zona, alcuni soci mollano tutto e il giorno stesso organizzano una squadra di caschetti, corde e moschettoni che si spinge sottoterra per confermare la presenza di una asburgica memoria.  

Acquedotto Teresiano-4

"E' a tutti gli effetti un colpaccio perché questo ramo rappresenta un prolungamento della galleria Tchebull secker, che sapevamo esistere qua sotto" afferma Marco Restaino, che assieme a Francesco Degrassi e Max Clementini è sceso per qualche minuto fino sul fondo del pozzo. "Questo prolungamento era stato realizzato ad inizio Novecento perché i realizzatori dell'opera speravano, addentrandosi nella zona calcarea attraverso il flysch e in direzione della cava Faccanoni, di trovare molta acqua da poter utilizzare per l'acquedotto". 

I lavori per le gallerie del tempo

La galleria non produsse il risultato sperato perché, come sostiene Restaino "la falda carsica che cercavano è più bassa di 50 metri rispetto la galleria scavata. Questo non lo sapevano e così il mare d'acqua che speravano di trovare non si manifestò mai". I tre soci della SAS si sono addentrati nel tunnel, rimanendo "aggrappati" ad una ruspa presente vicino alla galleria, proprio a causa del cantiere. 

"Quando siamo arrivati sul fondo non abbiamo proseguito a monte, ma ci siamo spinti qualche metro a valle" ha aggiunto Restaino, che è anche uno dei coordinatori per il progetto sull'acquedotto Teresiano che venerdì 26 luglio sarà argomento di una conferenza pubblica presso la sede della VI Circoscrizione in rotonda del Boschetto 6 e che, tra le altre cose, metterà in mostra i risultati di quest'ultima scoperta. Il progetto sul Teresiano, per il cui completamento ci vorrà ancora parecchio tempo, una volta terminato potrebbe diventare un luogo visitabile. In questi termini i contatti tra la SAS, il Comune e la Soprintendenza sono costanti e vanno avanti da qualche tempo. 

Acquedotto Teresiano-5

Il progetto futuro: un turismo di nicchia?

"Le gallerie che fanno parte del Teresiano non sono accessibili da oltre un secolo - continua il coordinatore del progetto - anche per il fatto che alcune oggi sono interessate da allagamenti che andrebbero "svuotati". Ulteriormente, alcune zone sono inaccessibili a causa di frane che hanno chiuso il passaggio. A noi interessa, come d'altronde alla Circoscrizione tutta, riportarle allo splendore originario ed eventualmente portarle in direzione di una fruizione controllata, in una sorta di turismo di nicchia veramente interessato della memoria di questi luoghi". 

L'allagamento di alcune gallerie è stato causato, ormai più di 20 anni fa, dalla costruzione del garage di viale Sanzio. "I lavori interruppero il flusso normale dell'acqua del Teresiano. Tutta questa zona infatti è percorsa da centinaia di metri di gallerie. Solo dalla chiesa in direzione del monte ci dovrebbero essere circa 660 metri, mentre se si parla del Teresiano in generale, si parla di più di un chilometro di tunnel, misura che ne fa uno dei sotterranei più grandi di tutta la città". 

Il confronto con le mappe asburgiche

Le mappe cartografiche in possesso della SAS hanno confermato la situazione, tranne che per un aspetto altresì curioso. "Innanzitutto l'accesso a circa 20 metri è più alto di quelli conosciuti ed inoltre l'entrata era indicata semplicemente con un pallino molto pallido che non immaginavamo potesse essere il pozzo. La particolarità poi sta nel fatto che questo accesso non ha le scale come gli altri e quindi siamo dovuti scendere in cordata".   

Acquedotto Teresiano planimetria-2

L'acquedotto di Maria Teresa riforniva la Trieste imperiale e le fontane di piazza Grande (Unità) piazza della Borsa e quella di Ponterosso, in quel filo azzurro che ancora oggi possiede una particolare trasparenza. "Appena scesi abbiamo visto centinaia di gamberetti del genere Niphargus" ha commentato Restaino, confermando il fatto che questo piccolo crostaceo completamente cieco sia molto diffuso nelle falde acquifere e nelle grotte più in generale. 

Alla "spedizione" della SAS ha voluto essere presente anche Gianpaolo Silvestri, architetto del cantiere e coordinatore della sicurezza. "Dobbiamo ringraziare anche Ivan De Leo della Direzione Lavori Ingegneria Gas di Acegas" ha concluso Restaino, ricordando che la visita alle gallerie di Capofonte e quelle superiori dovrà essere confermata dai presenti durante la serata del 26. "Per una questione di sicurezza a cui teniamo molto assicuriamo le persone che scendono con noi". Insomma, un laboratorio vivente di come a pochi metri dall'opaca superficie turistica, ci possa essere spazio anche per la limpida autenticità del sottosuolo. 



 

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