Trasporti: Amirante, bene 5mila treni anno nel '31 per Interporto Pn
Dato annunciato da Rfi nel corso di un convegno. Investiti da
Regione nel tempo per il polo logistico pordenonese già 14,6
milioni di euro
Pordenone, 14 nov - "Per poter programmare con maggiore
puntualità e in maniera efficiente gli interventi della regione
nell'ambito della piattaforma logistica del Friuli Venezia Giulia
è necessario che vi sia una attenta e proficua interlocuzione con
rete ferroviaria italiana per quanto concerne lo spostamento
delle merci con l'utilizzo dei treni. In questo senso l'incontro
avvenuto quest'oggi a Pordenone è stato molto proficuo e
rappresenta il primo di una lunga serie che intendiamo portare
avanti nel tempo, alla luce del fatto che su questa zona del
pordenonese la Regione ha investito nel tempo 14,6 milioni di
euro".
Lo ha detto l'assessore regionale alle Infrastrutture Cristina
Amirante durante l'incontro svoltosi nella sede di Interporto
Pordenone nell'ambito del convegno dedicato alle prospettive di
sviluppo del polo intermodale della Destra Tagliamento. Alla
presenza tra gli altri del sindaco di Pordenone Alessandro
Ciriani, del presidente di Interporto Centro Ingrosso Silvano
Pascolo nonché del Direttore di Strategie e Pianificazione
Sviluppo Infrastrutture area Nord Est di Rfi Carlo De Giuseppe,
l'esponete dell'esecutivo Fedriga nel suo intervento ha messo in
luce l'importanza della linea ferroviaria per lo sviluppo
logistico dell'intero Friuli Venezia Giulia.
"La strategicità dell'Interporto di Pordenone - ha detto Amirante
- è al centro dell'attenzione della nostra Regione. In questo
momento nel polo logistico pordenonese stiamo compiendo
importanti investimenti per quanto concerne la linea ferroviaria:
a breve la realizzazione dell'asta di manovra della stazione
elementare sarà oggetto di gara d'appalto, intervento
indispensabile per garantire un utilizzo efficiente dei binari
che eviti di "spezzare" il treno nelle operazioni di ingresso ed
uscita dei convogli da Interporto. Grazie anche ai 600 mila euro
dell'ultimo assestamento di bilancio a favore di Interporto,
l'intervento di allungamento dell'asta di manovra consentirà di
liberare la stazione ferroviaria di Pordenone dai convogli merci,
facilitando e velocizzando lo spostamento dei materiali con
riduzione dei relativi costi. Ciò rende più competitivo ed
economico l'utilizzo di questa area, facendo diventare questo
punto della piattaforma logistica regionale più attrattiva".
"Importante il dato che ci è stato prospettato da Rfi -ha
aggiunto Amirante - che prevede la possibilità di arrivare nel
2031 alla movimentazione di 5 mila treni anno a Pordenone,
nell'ambito del piano industriale dei prossimi dieci anni, piano
che può contare per il Friuli Venezia Giulia di 5,2 miliardi di
euro, di cui 2,27 già disponibili. Questo sarebbe un importante
balzo in avanti se si conta che nel 2022 il numero di convogli
all'interno di Interporto sono stati poco meno di 2 mila".
"Accanto a questo intervento - ha aggiunto Amirante - ce n'è un
altro di grande rilevanza per questa area, ossia il prolungamento
della circonvallazione sud a favore del futuro consorzio
industriale. Ciò consentirebbe da un lato di completare il
raccordo viario esistente con la viabilità locale e dall'altro di
mettere in comunicazione l'area produttiva di Vallenoncello con
Interporto e lo scalo merci presenti al suo interno.
"Avviare un confronto costante e costruttivo con Rfi - ha
aggiunto l'assessore regionale - diventa quindi di fondamentale
importanza, dal momento che la società nazionale è proprietaria
delle linee. In un'ottica di efficientamento del sistema è
necessario intersecare i loro programmi di sviluppo con le nostre
strategie di pianificazione e i conseguenti investimenti di
danaro pubblico. Non va dimenticato infatti che lo sviluppo di
interporto Pordenone si inserisce all'interno di un contesto
molto più ampio riguardante la movimentazione delle merci su
rotaia nell'intero Friuli Venezia Giulia, che interessa ad
esempio anche il nodo ferroviario di Udine per raggiungere
consentire alle merci di più raggiungere più agevolmente il
confine sloveno o quello austriaco piuttosto che il porto di
Trieste".
ARC/AL