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Cronaca

Ennesimo rintraccio record, i sindacati di polizia: "Sulla rotta balcanica Trieste è sola da 15 anni"

Sia la Federazione Sindacale di Polizia che il Siulp lamentano una situazione "allarmante e grave". Sullo sfondo preoccupa lo scenario afghano e le notizie che continuano ad arrivare da Kabul

L'ennesimo corposo rintraccio di migranti sul confine orientale scatena le ormai consuete reazioni dei sindacati di polizia che chiedono di non lasciare da sola Trieste. E' stata giornata campale quella di ieri 22 agosto con 150 richiedenti asilo arrivati alle spalle della città e poi smistati nei diversi capoluoghi regionali, oltre che fuori regione. Non sono mancate le denunce da parete delle sigle sindacali neanche ieri. Sap, Siulp e Fsp continuano ormai da anni a mettere in luce le difficoltà, sia nell'accoglienza che nelle procedure di identificazione, in cui sono costretti ad operare gli agenti di polizia. "La situazione è allarmante e talmente grave da dover distrarre dal suo servizio una Volante della questura per dare supporto". 

Preoccupa lo scenario internazionale

Che per tutti i governi (e per buona parte degli organi di informazione nazionali) la rotta balcanica non rappresenti un fenomeno considerevole rappresenta ormai il segreto di Pulcincella, mentre la disperazione e gli sbarchi sulle coste siciliane continuano ad essere in prima pagina sui quotidiani e ad aprire i telegiornali della sera, polemiche politiche incluse. "Siamo fenomeno di serie B" così Edoardo Alessio, segretario della Federazione Sindacale di Polizia di Trieste. Il flusso costante di migranti nei mesi di giugno e luglio (il Sindacato Autonomo di Polizia parla di oltre 1500 persone rintracciate) ,gli scenari di politica estera provenienti da Kabul e le recenti dichiarazioni della Slovenia in tema di accoglienza, preoccupano tutti i sindacati delle forze dell'ordine. Per Alessio le pattuglie miste, che non coprono l'arco delle 24 ore, "non sono utili a nulla", mentre per Fabrizio Maniago, segretario provinciale del Siulp "sono più di quindici anni che Trieste è sola" nella gestione del fenomeno migratorio. Secondo Maniago "dobbiamo comprendere che nonostante sia la disperazione ad innescare il flusso migratorio, esso va in qualche modo gestito. Il resto è mera propaganda". 

Il rintraccio di ieri 22 agosto

La Frontiera sotto pressione

Quando si moltiplicano i rintracci la Frontiera viene messa sotto pressione a causa dell'assenza di "locali adeguati per capacità e uomini per affrontare il carico burocratico" che obbliga gli agenti a lavorare a due procedure parallele. "Quella amministrativa afferente la domanda di asilo e quella che mira al miraggio, ovvero all’incriminazione per l’ipotesi di violazione del reato di cd. Clandestinità (art. 10 bis d.lvo 286/98) un reato che nelle rarissime ipotesi in cui si arriva alla condanna, prevede la comminatoria di un ammenda da 5.000 a 10.000 euro". E' abbastanza evidente il fatto che nessuno pagherà quell'ammenda. "Venite a vedere se possiamo andare avanti in queste condizioni" così i sindacati che chiedono la creazione di un vero e proprio hub, altrimenti "le prossime lacrime di coccodrillo si spenderanno per un ulteriore tragedia che non tarderà a concretizzarsi, in vista dei futuri massivi rintracci che impattano su questa dimenticata provincia, avvolta dal velo dell’ipocrisia che scende sul mondo immigrazione da sempre". 

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