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La riforma

Sanità territoriale: in provincia due distretti al posto di quattro, ecco la proposta di Asugi

L'atto aziendale potrebbe riformulare alcuni passaggi della sanità territoriale triestina. Dagli ambienti vicini ai vertici fanno sapere che è solo una proposta e che "dovrà passare in Regione". Critiche da parte della psichiatra Cogliati

Dei quattro distretti esistenti ne potrebbero restare solo due ed il Dipartimento di Salute Mentale potrebbe essere accorpato a quello delle Dipendenze. Sono soprattutto queste le principali novità che riguardano la riforma della sanità a Trieste ed emerse dall’atto aziendale chiuso negli scorsi giorni. Un cambio che da un lato manifesta diverse critiche, mentre dagli ambienti vicini ai vertici di Asugi (che TriestePrima ha tentato senza fortuna di contattare ndr) per il momento resta “solo una proposta. Chissà quante cose cambieranno da oggi a quella definitiva”.  

L’atto aziendale interno riguarda tutta l’area di competenza di Asugi, sia quella triestina che quella isontina. Il primo dei due distretti dell’ex provincia giuliana coinciderebbe con il territorio della terza, quarta, quinta e sesta circoscrizione del comune di Trieste. Il secondo invece tirerebbe dentro tutto il Carso, la settima circoscrizione (Valmaura, Servola e dintorni) e i comuni di Muggia, San Dorligo della Valle, Monrupino, Sgonico e Duino Aurisina. “Il cittadino di Aurisina troverà a Muggia il centro distrettuale di riferimento” così Maria Grazia Cogliati Dezza, psichiatra e già coordinatrice Asugi.

La Cogliati Dezza ha studiato il documento e menziona “scelte discutibili e pericolose”. A pesare sul tavolo, secondo gli addetti ai lavori, è soprattutto l’aspetto politico dove, per il capoluogo bisiaco, avrebbe pesato la voce della sindaca di Monfalcone, Anna Cisint. Emblematico, secondo l’analisi del documento redatta sempre dalla Cogliatti Dezza, è il caso della struttura del 118 triestino che “viene declassata a Struttura Semplice Dipartimentale, con minor peso nell’organizzazione aziendale, minor potere decisionale, minor retribuzione. E questo accade quando si vuole discutere apertamente su temi attinenti alla sanità della nostra regione, anche contrastando in una dialettica aperta inerzie, incompetenze e prepotenze. Un ingiustificabile atto di sopraffazione”. Il riferimento è alla polemica di lunga data tra Alberto Peratoner (direttore del 118 e presidente regionale degli anestesisti e rianimatori) e il vicegovernatore Riccardo Riccardi in merito alla gestione delle terapie intensive.

La redazione di TriestePrima ha tentato di contattare l’assessore alla Sanità per un commento, così come il direttore dell’Asugi Antonio Poggiana, senza fortuna. Dagli ambienti vicini fanno sapere che il clamore, ove ce ne fosse, sembra comunque esagerato. “È solo una proposta e dovrà essere discussa in Regione” concludono.

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