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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Atti osceni in Giardino Pubblico, ex presidente Arcigay: «Sesso tra omosessuali ormai residuale»

Lo rileva in una nota Marco Reglia, già presidente Arcigay Trieste dal 2002 al 2007: « Ora in Europa ed in Occidente l'accettazione del diverso orientamento sessuale ha cambiato radicalmente la possibilità di incontrarsi tra uomini e tra donne; è sempre meno "necessario" usare i luoghi nascosti»

«Questa settimana di ferragosto sono emersi due fatti di cronaca apparentemente non correlati, se non per i protagonisti attivi della vicenda: i vigili urbani, ovvero la polizia locale del Comune di Trieste».

Lo rileva in una nota Marco Reglia, già presidente Arcigay Trieste dal 2002 al 2007.

«Solitamente - continua la nota -  la “vox populi” vede nei vigili di città per lo più i tutori dell’ordine stradale, oltre ai controllori dei prezzi; essendo Ufficiali di Polizia giudiziaria essi possono occuparsi anche di altre di norme lese … ma avendo in Italia altre forze di polizia, il ruolo principale percepito dalla popolazione si avvicinava molto alla maggior parte del loro operato, tra l’altro di tutto rispetto ed estremamente utile per il funzionamento della città. Due giorni fa la polizia locale triestina si è resa protagonista dell’individuazione di quattro bagnanti, rei di esser passati per una proprietà privata (del Comune di Trieste) per raggiungere un tratto di mare la cui costa è per legge libera».

«Oggi - spiega Reglia - (l'altro giorno ndr.)  è uscita la notizia di indagini della medesima polizia locale sui frequentatori dei bagni pubblici del Giardino pubblico con l’accusa di atti osceni a circa 50 persone. La domanda che sorge spontanea è come mai e basandosi su quale direttiva i vigili locali si siano messi a far concorrenza alle altre forze di polizia solitamente più attive nel campo penale. Che il governo della città di sia scoperto tanto attento alle norme anche a prescindere dal buon senso? Relativamente ai quattro bagnanti appare più palese la ridondanza dell’accusa penale di accesso in proprietà privata per un tuffo; per gli atti osceni l’accusa penale può a prima vista sembrare  più appropriata ma lo diventa di meno se guardiamo un po’ indietro nel tempo».

«Le persone omosessuali - sottolinea la nota - (perché è di questo che stiamo parlando nel caso del Giardino pubblico) fin da tempi remoti ed in particolare fin da quando l’omosessualità era denigrata e repressa, usavano incontrarsi nei luoghi più nascosti, per lo più i giardini di notte per consumare una sessualità fugace dato che più del sesso le società “bigotte” non concedevano. Ora in Europa ed in Occidente l’accettazione del diverso orientamento sessuale ha cambiato radicalmente la possibilità di incontrarsi tra uomini e tra donne; è sempre meno “necessario” usare i luoghi nascosti e, per contro, è sempre più frequente che la sessualità omodiretta si coniughi con sentimenti e relazioni di coppia. Ed è per questo che le associazioni per i diritti chiedono il matrimonio

«Questo cambio di passo  - spiega - degli ultimi quindici anni pur mutando radicalmente le modalità di relazione non ha potuto cambiare il comportamento di tutte le persone; per coloro che hanno scoperto la loro sessualità all’epoca in cui non si parlava di famiglie lesbiche e gay, i giardini sono in parte rimasti luoghi di incontro. Ora se nel 2015 queste modalità di incontro sono ormai residuali, nei tempi andati erano molto più diffuse: la sessualità si consumava all’aperto e nei giardini della città sia al tempo asburgico che durante il fascismo, che durante il periodo dell’Adriatisches Küstenland, che ancor più durante il periodo angloamericano. E non che mancasse la sessualità uomo donna … Il periodo fascista e nazista non si distinsero certo per liberalità; eppure i “pederasti”, anche allora, si incontravano alla sera davanti al Monumento a Rossetti».

«Oggi - conclude - che anche il Governo Italiano va verso una certa riconoscibilità dei diritti di lesbiche e gay, i vigili urbani di Trieste (città liberale e laica fin dai tempi asburgici) ritengono opportuno dar valore alle norme, a prescindere dall’entità del danno alla collettività: danno che comportamenti pur biasimevoli come un tuffo in proprietà privata ed incontri tra omosessuali in pubblico non sembra conciliarsi con accuse a sfondo penale adatte i crimini di ben altra entità. Sarebbe pertanto opportuno conoscere se l’assessore competente ha in qualche modo deciso di utilizzare la polizia locale per una qualche “battaglia di civiltà” che al sottoscritto non è nota o se la polizia locale abbia deciso di muoversi autonomamente».

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