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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Trieste e i suoi cimiteri: le storie nascoste

La città possiede sette cimiteri di altrettante confessioni religiose e molti altri campisanti situati nelle periferie. Sono moltissime le storie conservate tra le lapidi. Nella giornata della festa di Ognissanti un invito a visitarli, in un momento di riflessione tra il passato e il presente

Osservando le lapidi dei cimiteri si può capire la storia delle città. I campi santi sono la cartina tornasole delle memorie antiche, delle esistenze passate, dei dettagli precisi che raccontano le vite del romanzo storico. Se tutto questo fosse vero, allora per Trieste dovremmo affinare l’udito, sotto il suono di un megafono che amplifica la suggestione. Oggi cade la giornata di Ognissanti e in questi giorni saranno molte le persone che si recheranno in cimitero per portare un saluto e un fiore ai propri cari. Trieste in questo ha un particolarismo tutto suo. 

I sette cimiteri 

Trieste possiede sette cimiteri delle altrettante confessioni religiose storicamente presenti. In via della Pace, che in molti chiamano la via della memoria, nel quartiere periferico di Valmaura, esistono i cimiteri ortodossi (quello greco e quello serbo), il camposanto ebraico, quello ex militare, l’evangelico e l’anglicano, fino a quello musulmano. Una distesa di lapidi dai cognomi stranieri, che con il tempo hanno ridipinto la città fino a farla diventare un crogiuolo di nazionalità e di lingue, di tradizioni che hanno contaminato l’ambiente urbano. Il cimitero ebraico un tempo sorgeva non distante dal centro cittadino, fino a quando non venne deciso di spostarlo nell’area periferica dove sorge oggi.

Le storie racchiuse nei campisanti

Sono molte le storie legate ai cimiteri. Narra una leggenda che all’interno del cimitero islamico si potessero trovare, fino a non molto tempo fa, i bottoni delle divise dei soldati bosniaci di stanza a Trieste durante la Grande guerra e qui sepolti. A Trieste venne ucciso Johann Winckelmann, il precursore dell’archeologia moderna. Venne gettato in una fossa comune e il corpo andò perduto. Oggi, sul colle di San Giusto si trova il cenotafio a lui dedicato. Nel campo santo ebraico sopravvive la tomba di famiglia dei Morpurgo, e una di esse, è la lapide che ricorda il fondatore delle Assicurazioni Generali, Giuseppe Lazzaro Morpurgo. Poi ad un tratto ci si imbatte in uno Svevo, che però non è il famoso Italo, bensì suo fratello Elio. Poco distante, nel cimitero serbo si trova la lapide dell’ultimo discendente della dinastia degli Obrenović che regnò in Serbia nell’Ottocento. Infine, ci si può ritrovare di fronte a lapidi di giovani inglesi, che morirono a Trieste durante il periodo del Governo Militare Alleato, tra il 1945 e il 1954.

I cimiteri di paese

Esistono a Trieste poi i cimiteri di paese che conservano le memorie di zone cosiddette periferiche. Sono i campisanti di Barcola - dove riposa anche la grande alpinista triestina Tiziana Weiss - quello di Cattinara - qui dentro la maggior parte delle lapidi porta cognomi sloveni della zona di Longera e Cattinara - ma anche tutti i cimiteri del Carso. Ci sono poi Opicina, Dolina e quello di Servola, e ancora quello di Santa Croce e Trebiciano. In ultimo in provincia sono presenti i cimiteri militari di Prosecco e Aurisina che accolgono le salme di molti caduti che vestirono la divisa dell'esercito Austroungarico.  

È come se ci si immergesse a fondo, tra le pieghe di una storia distante, eppure di così grande attualità.   

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