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Il concerto

Tra incanto e fuoco, le due anime di Dardust conquistano Grado

Grande successo per Dardust, nome d'arte di Dario Faini, che nella serata di ieri ha portato sul palco due atti e due mondi complementari ma diversi

GRADO - Nonostante le previsioni meteo incerte, il maltempo alla fine non ha nemmeno sfiorato l'incanto del concerto di Dardust, che ieri sera ha portato a Grado il suo "Duality Tour". Sulla Diga Nazario Sauro, il pianista italiano ha offerto al pubblico un viaggio musicale attraverso le sue due anime artistiche, tra melodie al pianoforte e sonorità elettroniche.

Atto I 

Una pioggia di petali virtuali dà il via al primo atto, accogliendo Dardust in camicia bianca e pantaloni neri. Un look classico per quella che è la parte dedicata al piano solo, quella più intima. Il primo brano che propone è proprio “Petali”, che introduce la primavera, dando inizio ad un viaggio attraverso le stagioni che prosegue con l’estate, l’autunno e l’inverno. Dardust, nome d'arte di Dario Faini, parla poco ma dice molto. E proprio questa atmosfera che sembra una bolla che si può quasi toccare, fa sparire quasi tutti i cellulari tra il pubblico. D’altrocanto nessuno vuole perdersi quel momento sospeso nel tempo incorniciato dal mare di Grado, dove, se ascolti bene, ad un certo punto sentirai anche le “Lucciole”.

Atto II

Un cambio d’abito e il buio segnano l'inizio del secondo atto, dedicato alla musica elettronica. Indossando un kimono rivisitato in chiave moderna quasi cyber, Dardust dà vita ad uno show esaltante di luci, suoni e visual incredibili, facendo alzare e ballare tutti gli spettatori a ritmo di brani come "Addò Staje feat Cenere" e  "Sublime”. Al suo fianco gli immancabili Vanni Casagrande e Marcello Piccinini che ad un certo punto si esibiscono anche con i tamburelli per Antidotum Tarantulae. Una marea di applausi e di gratitudine saluta la fine del secondo atto. Il pubblico, entusiasta, chiede il bis per diversi minuti. Quando sembra ormai tutto vano, Dardust torna sul palco e si esibisce con altri tre brani, tra cui "The Never Ending Road", “solo perché - spiega Dario Faini - siete venuti qui nonostante il rischio pioggia”. In pochi secondi la folla si scatena di nuovo. "Dardust, sei l'universo", grida qualcuno dal pubblico.

E in effetti, per una serata, Dardust ha trasportato tutti in un’altra dimensione, forse in un punto lontano nell’universo. Un concerto indimenticabile, che ha lasciato nel cuore del pubblico l'eco delle sue note e la magia delle sue melodie.

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