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Ascensore si rompe ogni anno, disabile prigioniera in casa: "Vivo nell’incertezza”

L'Ater ha provveduto per l'ennesima volta a riparare il guasto ma la signora Patricia Mancuso continua ad avere paura di rimanere bloccata in casa. "Non è giusto"

Non poter uscire di casa per 17 giorni, nemmeno per andare al lavoro, tutto per un ascensore guasto. E’ successo a Patricia Mancuso, una signora di 54 anni affetta da disabilità e residente al terzo piano di uno stabile Ater in viale XX Settembre. L’ascensore si era rotto il sette ottobre ed è stato riparato nel tardo pomeriggio di ieri, 24 ottobre, il giorno del suo compleanno, trascorso comunque a casa e senza sapere quando sarebbe potuta rientrare al lavoro. La signora Patricia si sposta con l’aiuto di una sedia a rotelle, è abituata ad essere autonoma e a recarsi sul posto di lavoro da sola. È impiegata all’Università di Trieste all’ufficio pensioni e riscatti, in cui non è potuta recarsi da oltre due settimane. 

“Succede ogni anno da tre anni – racconta a Trieste Prima la signora Mancuso –. L’anno scorso l’ascensore si è rotto e anche in quel caso hanno impiegato due settimane a ripararlo. Siccome in questi periodi non posso andare al lavoro, ormai so che devo usare i miei giorni di ferie e tenerli da parte perché l’ascensore si romperà. Non è giusto vivere nell’incertezza e sperare che tutto funzioni ogni volta che apro il portone. Cosa farò quando le ferie finiranno? Dopo i lunghi periodi di smartworking in pandemia io ci tengo a lavorare in presenza. Non ho intenzione di offendere nessuno, né sollevare polemiche, voglio solo esercitare il mio diritto costituzionale”.

Stando a quanto si apprende, la manutenzione è appaltata a una ditta di Roma, che è stata avvertita, e che ha ordinato dei pezzi da sostituire. Viste le difficoltà con gli approvvigionamenti, ormai generalizzate in diversi settori, questi pezzi sono arrivati appena ieri, lunedì 24 ottobre, e sostituiti nel pomeriggio. “Oltre a me, nello stesso stabile, c’è una vicina che ha una gamba rotta – precisa la signora Patricia - e altre due persone anziane che hanno bisogno dell’ascensore”.

Un’amica della signora Mancuso sta sollecitando da tempo l’Ater e la ditta manutentrice, ma senza esito “Capisco che i pezzi di ricambio abbiano i loro tempi per arrivare, come spesso accade ultimamente – spiega -, ma anni fa la manutenzione era a carico di una ditta di Trieste e si riuscivano a trovare soluzioni, magari provvisorie, ma più rapide. Ora che se ne occupa una ditta a Roma è tutto molto più difficile. Sarebbe più corretto affidare a ditte locali almeno i palazzi dove abitano persone con disabilità, e in questo specifico caso sarebbe il caso di sostituire direttamente l’ascensore”.

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