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Crisi industriale

Flex: fumata nera per gli interinali, nessun accordo su stipendi e orari

Dal tavolo odierno con la Regione emerge che "la legge non prevede" un'integrazione salariale da tre euro l'ora come per i lavoratori fissi. Usb: "Dovrebbe pagare l'azienda ma non lo fa, valutiamo diffida". Il lavoratore somministrato: "Scandalo inaccettabile"

Niente accordo per un’integrazione di stipendio ai lavoratori somministrati della Flex poiché, come è emerso dall’incontro di stamattina tra le sigle sindacali, la Regione e le agenzie interinali, “non è previsto dalla legge”. Gli interinali, infatti, non beneficiano dell’integrazione da tre euro l’ora stanziata dalla Regione per i lavoratori fissi. Vige ora il contratto di solidarietà, valido in tutto per due mesi, ma le condizioni per i fissi e i somministrati divergono in maniera importante. Oltre alla mancata integrazione dello stipendio, gli interinali si sono visti decurtare l’orario di lavoro in maniera disomogenea: tra gli 80 lavoratori, tutti a rischio, alcuni non hanno subito alcuna variazione d’orario, altri da uno a tre giorni in meno di lavoro a settimana.

Un comunicato ufficiale di Felsa, Nidil e Uiltemp, riporta che "il tavolo si è lasciato con l’impegno delle agenzie e delle scriventi OO.SS. di valutare con il Fondo di Settore la possibilità di caricare anche il contributo di tre euro sul trattamento di TIS, che verrà discusso a giorni al fine di sottoscrivere i relativi accordi. Quindi, se il Fondo desse il proprio assenso, ai lavoratori somministrati verrà corrisposto (tramite le agenzie) non solo il trattamento equivalente alla CIGS, ma anche il contributo straordinario".

Dino Vardabasso (Rsu Uilm), aveva invece annunciato che "si è provato a capire se c’era la possibilità di integrare, con dei fondi regionali, come viene fatto per i lavoratori fissi per il CS. Purtroppo, la norma non lo prevede e non si sono aperte strade alternative".

Di diverso avviso rispetto alla "triade", Sasha Colautti (Usb) si tratta di un "incontro inutile. Non son previsti strumenti ne soluzioni 'politiche' per erogare i tre euro di integrazione anche ai lavoratori somministrati/staff-leasing sottoposti alla riduzione di orario di lavoro per la crisi Flex. In maniera molto precisa ci sono stati evidenziati tutti i limiti tecnici e la sostanziale infattibilità di determinare strumenti diversi o modalità che permettano questo pagamento. Le agenzie interinali presenti, al di là dell’ampia disponibilità a discuterne, hanno confermato che non ci sono spazi. Nella sostanza, i soldi doveva e deve tirarli fuori Flex ed è stato secondo noi abbastanza grave che nella stipula dell’accordo del contratto di solidarietà non si sia tenuto conto di questo vulnus normativo, facendo sì che sia l’azienda a determinare l’integrazione, come avviene di norma in tutte le altre aziende".

Secondo Usb si tratta di una "grave violazione dei diritti dei lavoratori somministrati. Diritti sanciti per legge e che prevede che al lavoratore devono essere riconosciuti i medesimi trattamenti salariali applicati ai colleghi assunti direttamente dall’utilizzatore". Il sindacato sta valutando con gli avvocati "se esistono i presupposti di un intervento legale in merito a questa disparità, e abbiamo già predisposto una diffida".

"I lavoratori non sono scemi, ce l'aspettavamo - spiega il lavoratore somministrato Filippo Rossi -. Siamo personale avanzato e qualificato, qui ci son eccellenze elettroniche di livello mondiale. Non siamo stupidi nonostante politici che hanno creato un sistema di lavoro del genere, sindacati che lo difendono e aziende che ne approfittano. Inoltre abbiamo Rsu che improvvisano il loro mestiere, è uno scandalo inaccettabile". 

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