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Cronaca

"La montagna, gli Oasis e Trieste nel cuore": il ricordo di chi ha voluto bene a Matteo

Il 32enne ritrovato senza vita questa mattina nella zona del monte Moregallo in provincia di Lecco, aveva lavorato per la Lissoni e associati di Milano ed era tornato in Lombardia dopo un breve ritorno nella sua città natale. "Era fantastico, onesto e molto bravo". Il ricordo di colleghi ed amici

Un amore particolare per l’alpinismo e per la storica band britannica Oasis, tanto da aggiungere il nome Liam (come Gallagher ndr) al profilo Facebook. Erano queste alcune delle passioni che coltivava Matteo Sponza, il 32enne triestino ritrovato questa mattina senza vita nella zona del monte Moregallo in provincia di Lecco. Il corpo di Matteo è stato individuato dalla XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino della Lombardia e dai militari della Guardia di Finanza “in un canale molto ripido”, reso ancora più insicuro e scivoloso dalle abbondanti piogge delle ultime ore.

Le ricerche del giovane triestino, che il 17 ottobre scorso aveva festeggiato il suo compleanno, erano andate avanti per molti giorni ed erano riprese, dopo una breve pausa dovuta al maltempo, proprio nella mattinata di ieri 22 ottobre. Nella mattina di oggi infine, la triste scoperta con il ritrovamento della salma. 

Cresciuto ad Opicina, per lavoro in Lombardia

Sponza aveva frequentato l’università nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia e successivamente aveva trovato lavoro come renderista a Milano. Dopo un paio d’anni, aveva deciso di rientrare a Trieste per poi fare nuovamente ritorno in Lombardia, questa volta a Lecco e da libero professionista. Matteo era ancora molto legato alla sua città natale; oltre al ricordo degli amici, alcuni post sul suo profilo Facebook accompagnati dagli hashtag “bella Trieste” e “ci vediamo presto”, testimoniano l’amore verso il luogo natìo e, ulteriormente, verso il mondo della vela. 

"Una persona onesta"

Il 32enne era cresciuto a Opicina dove, come racconta Marco Castro “ci si conosceva tutti fin da piccoli”. Anche Marco Barbariol conosceva Sponza dai tempi di Opicina e si erano “ritrovati” quando Matteo era rientrato a Trieste. “Era una persona vera, riservata e onesta e con molta voglia di fare. Avevamo iniziato a collaborare ad una serie di progetti che forse erano troppo piccoli per lui, fatto che l’aveva portato a ritornare in Lombardia per continuare nel suo ottimo lavoro da renderista con studi più facoltosi”.  

Ricerche nella zona del monte Moregallo, ritrovato il corpo senza vita

Il ricordo dello studio Lissoni e associati 

Prima di mettersi in proprio, Matteo aveva prestato i suoi servizi nella sede milanese del prestigioso studio di architettura Lissoni e associati. “Era arrivato a Milano tra il 2015 e il 2016 e aveva lavorato con noi fino al 2018” racconta Alberto Massi Mauri, responsabile dell’area 3d dello studio di architettura milanese. “L’avevo conosciuto qualche tempo prima ad un corso di computer grafica vicino a Venezia e, siccome in ufficio avevamo bisogno di una figura professionale con le sue competenze, l’avevamo chiamato a lavorare con noi”. Secondo Massi Mauri, Sponza “era una persona molto allegra e positiva. All’interno dello studio, pur non lavorando più per noi perché intenzionato a tornare a Trieste, aveva ancora molti amici con cui condivideva le ‘avventure’ in montagna. Era un bravo ragazzo”.

Il rientro a "casa" 

Al suo ritorno a Trieste, Matteo aveva lavorato per un periodo presso la Star Animation, studio di professionisti nel settore della modellazione 3d, della realtà virtuale e anche dei rendering fotorealistici. “Aveva grandissime qualità artistiche – racconta un professionista dello studio – e qui dentro era una delle persone più creative. Qualche tempo fa, dopo aver collaborato con noi su diversi progetti, aveva deciso di andare per la sua strada. Era un professionista molto valido nel settore”.

Nuovamente in Lombardia

Dal mese di giugno di quest’anno, Matteo aveva infine iniziato a collaborare con lo studio Nomade. “Oltre ad essere colleghi – racconta Nada – eravamo molto amici. Ci eravamo conosciuti due anni fa, al tempo in cui lui lavorava per Lissoni e uscivamo spesso assieme”. Nada ricorda Matteo come “una persona dolcissima, era veramente fantastico. Ancora non realizzo cos’è successo”. Proprio con Nada ed altri amici, Matteo condivideva la passione per la natura e l’aria aperta. “Stavamo proprio organizzando una camminata – conclude la collega – ma purtroppo non abbiamo fatto in tempo”.

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