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Alleanza inedita in Consiglio comunale per la legge sul suicidio assistito

 La mozione in favore della legge regionale è firmata da tutti i consiglieri di Adesso Trieste, quattro del Pd e uno di Forza Italia (Lorenzo Giorgi)

TRIESTE - Un tema delicato e sentito come il suicidio assistito crea un’idedita alleanza in Consiglio comunale intorno a una mozione in sostegno della legge regionale che dovrebbe stabilire un rapido protocollo per chi decide di abbandonare la vita in una situazione di sofferenza intollerabile e irreversibile. I primi tre firmatari della mozione sono Giorgia Kakovic di Adesso Trieste, Laura Famulari del Pd e il forzista della prima ora Lorenzo Giorgi, a cui si aggiungono Nicolini e Laterza di Adesso Trieste e i dem Pucci, Barbo e Cok.

Una mozione nata dalla storia di “Anna”, triestina di 55 anni che ha scelto di portare a termine la sua vita in seguito a una grave malattia. L'iniziativa si ispira anche alla raccolta firme “Liberi subito” dell’associazione Luca Coscioni. La mozione, “in un ragionamento scevro dal partitico”, ha spiegato Kakovic, “politicamente porta a una riflessione di dignità su un fine vita rapido, giusto, dignitoso e decoroso. Chiediamo alla giunta comunale e al sindaco di farsi promotori presso il Parlamento, che ha lasciato un vuoto legislativo in seguito alla sentenza del 2019 'Antoniani/Cappato', e al Consiglio regionale affinché legiferino in maniera rapida”.

Famulari ha “apprezzato che, per la prima volta, tre persone che appartengono a partiti diversi si ritrovano su un tema così delicato” e che “questa mozione affronta un tema prettamente politico perché nel dibattito politico italiano si scontrano due visioni politiche religiose sulla vita e sulla morte”. “In altri paesi del mondo - specifica la Dem - scelte in questa direzione son già state fatte ma sono scelte molto diverse tra loro, noi auspichiamo che, seppur tardivamente, si arrivi a una legge buona tenendo conto di errori e scelte fatte fino ad ora”.

Per Giorgi, ex assessore della giunta Dipiazza, “Forza Italia ha varie correnti al suo interno, tra cui quella liberale, che dovrebbe essere ancora oggi il motore, quindi voglio lanciare un segnale: la necessità assoluta che in politica, su alcuni temi, qualcuno possa all’interno del partito e della quotidianità della vita portare avanti le proprie convinzioni senza che siano fattori esterni a decidere su cose così importanti”. La visione di Giorgi, unico esponente del centrodestra cittadino ad aver firmato la mozione, non corrisponde tuttavia a quella del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Andrea Cabibbo, che vede “un pericolo che si cela dietro a questa iniziativa, ossia quello di introdurre una prima forma di eutanasia, peraltro solo a livello locale, con conseguenti disparità di trattamento”. Giorgi, tuttavia, sostiene che per il momento, non ci sarebbero tensioni interne al partito su questo tema.

Per Gabriele Isola dell’associazione Luca Coscioni, “la proposta di legge regionale è solo un supporto, il diritto è già presente. In Veneto non esiste una legge regionale in merito ma la Asl locale ha potuto andare avanti e supportare 'Gloria', dandole la possibilità di accedere al suicidio assistito con il supporto della sanità pubblica”. “La conferma del caso di Anna - continua Isola -, con la condanna dell’Asugi (da parte del Tribunale di Trieste, ndr) è un’ulteriore prova: il diritto già c’è e qui si sta parlando solo di decidere se voltare le spalle alle persone più fragili condannandole all’attesa (e pagare poi, perché Asugi dovrà risarcire la persona con i soldi pubblici) oppure dar loro una risposta”.

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