rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Muggia, al via progetti transfrontalieri: è nato il Gect

Si tratta di uno strumento dell’Ue con personalità giuridica, che ha competenze (stabilite tramite una convenzione tra i partecipanti) sull’attuazione di programmi cofinanziati dalla Comunità europea

È questo il giorno che passerà alla storia per aver visto Muggia quale ospite di tutte le realtà che andranno a costituire il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale “Alto Adriatico”.

Più di venti le realtà coinvolte allo stato attuale – pur rimanendo comunque il GECT aperto a nuove adesioni - e nello specifico i Comuni di Trieste, Muggia, Capodistria, Duino-Aurisina, San Dorligo della Valle-Dolina, Sgonico, Monrupino, Monfalcone, Isola, Pirano, Divaca, Hrpelje, Buie, Verteneglio, Cittanova, Parenzo, Pinguente, Pola e l’Università degli Studi di Trieste, l’Università del Litorale e l’Università Juraj Dobrila di Pola,.

Un progetto che, presentato in dicembre nella sala convegni di Porto San Rocco, era stato, poi, protagonista di due giornate del convegno ''Oltre Tradomo: GECT''. Appuntamenti importanti che, nel primo caso, avevano visto in campo gli attori coinvolti nelle figure dei rispettivi sindaci o rettori, nel secondo, invece, avevano goduto della presenza, oltre che della presidente della Regione Debora Serracchiani, del ministro facente funzioni per gli Sloveni nel Mondo della Repubblica di Slovenia Tina Komel assieme ad amministratori locali di Muggia, di Trieste e dell'Istria slovena e croata.

Il tutto svoltosi sempre a Muggia, proprio perché città baricentrica nel progetto Gect, quella alla quale spetterà il non facile compito di cerniera di un Gruppo europeo di cooperazione territoriale tra Comuni italiani, sloveni e croati che insistono sulla zona costiera dell’Alto Adriatico.

E' questa la progettazione alla quale si sta da tempo ormai lavorando alla luce della nuova coesione territoriale e dello sviluppo che essa sta assumendo anche in termini di macroregioni.

La nuova programmazione europea, infatti, rappresenta un’opportunità da cogliere anche per questi territori nel loro complesso, in funzione degli obiettivi e delle problematiche comuni. Sulla base dei positivi rapporti di collaborazione fra realtà limitrofe, considerato il quadro socio-economico di crisi persistente, si è giunti alla conclusione che il Gect fosse lo strumento ideale per collaborare.


“Una giornata importante che segna un vero e proprio giro di boa con il passaggio dalla fase preparatoria di predisposizione di un futuro a quella di concretizzazione. La nostra creatura è cresciuta ed è forte ora di tantissime realtà” -ha esordito il sindaco Nerio Nesladek. “Siamo fiduciosi che si possano realizzare immediati sbocchi sul piano pratico perché proprio la praticità deve essere uno delle linee guida del Gect, che anche forte di altre esperienze, dovrà fondarsi non solo sulla coesione ma anche sulla semplificazione ed ottimizzazione dei servizi per il bene dei nostri cittadini. E chi meglio dei sindaci -e dei rettori- può conoscere e deve farsi carico dei bisogni dei propri cittadini?”

Un atto di fondamentale importanza geopolitica, quindi, che permetterà non solo di ricercare dei finanziamenti su progetti specifici sia locali sia di area vasta, ma, come ha rimarcato Nesladek, anche di costituire “una sorta di governance, un governo generale di un territorio enorme. Accanto all’operatività, l’altro aspetto importante del Gect è infatti la coesione territoriale che stiamo restituendo ad un’area che va da Pola a Monfalcone! Costituire, quindi, o ricostituire un governo unico e unitario di un territorio che attraversa tre stati con zone ben diverse tra loro ma con tessuti e legami che non sono mai venuti meno e che ora potrà insieme vedere non solo vantaggi economici, ma anche geopolitici dalla cooperazione dei propri membri. Crediamo sia devvero un’impresa unica!”.

E qual è il primo segno tangibile di questa coesione? Proprio l’aver voluto che nessuno potesse prevalere sull’altro attraverso un apposito sistema di pesatura del voto. “Deve esserci la maggioranza per ciascuno Stato – ha evidenziato l’assessore ai Progetti Europei Loredana Rossi- ed il tener conto di tutte le componenti del Gect fa si che al contempo  tutti siano spinti a svilupparsi ed a crescere insieme”.


Ma cos’è un Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale)? Si tratta di uno strumento dell’Ue con personalità giuridica, che ha competenze (stabilite tramite una convenzione tra i partecipanti) sull’attuazione di programmi cofinanziati dalla Comunità europea. Ma tra le finalità di questo strumento fornito dall'Unione europea rientrano anche azioni di cooperazione transfrontaliera con o senza intervento finanziario comunitario.

Il Gect deve essere dotato di uno statuto dove sono indicati l’elenco dei membri, l’obiettivo e le funzioni nonché le relazioni con i membri, gli organi e le loro competenze. Vanno inoltre esplicitate anche le procedure decisionali, le modalità di funzionamento (in particolare per la gestione del personale, i relativi criteri di assunzione, la natura dei contratti), le modalità del contributo finanziario dei membri nonché le norme applicabili in materia di contabilità e di bilancio, e infine la designazione di un organismo indipendente di controllo finanziario e di audit esterno.

I membri del Gect stabiliscono un bilancio annuale di previsione, per il quale sono responsabili finanziariamente in proporzione del loro contributo al bilancio fino all’estinzione dei debiti. Lo stesso bilancio deve poi essere oggetto di una relazione annuale di attività, certificata da esperti indipendenti.


Convenzione e statuto: questi gli importanti temi discussi oggi. Una convenzione redatta in tre lingue all’interno della quale entro questo mese sarà definita la sede. “ È un documento equilibrato, rispettoso di tutte le peculiarità e strutturato sulla base della complicità e sinergia quale fondamento di movimento”ha fatto sapere l’assessore Rossi. “ Lo Statuto, invece, raccoglierà ancora le ultime piccole indicazioni presentate oggi e sarà definitivo”.

Si stima, dunque, che entro gennaio gli atti passino attraverso i Consigli Comunali italiani e sloveni, mentre i tempi si dilungano per le realtà croate che vedranno l’approvazione entro al massimo metà marzo. A quel punto, si dovrà avere il vaglio dei rispettivi Ministeri che, nel caso di Lubiana e Zagabria, avranno un massimo di sei mesi di tempo per esprimersi o si potrà procedere per silenzio/assenso.

Quali poi i temi che verranno affrontati già dalla prima e propria Assemblea del Gect? Tra i macroambiti di intervento, che andranno poi declinati nel tempo, si parte dalla condivisione e valorizzazione delle infrastrutture transfrontaliere per trasporti (sia ferroviari che portuali e stradali), mobilità e logistica.

Si prosegue con le politiche energetiche e ambientali, anche alla luce del rilievo che esse rivestono nella nuova programmazione 2014-2020. Un altro ambito importante è quello delle infrastrutture transfrontaliere per i servizi primari (acqua, gas e smaltimento rifiuti), nell’ottica dello sviluppo di soluzioni innovative efficaci sia dal punto di vista tecnico che organizzativo.
Anche la valorizzazione dei comparti agricolo e della pesca rientrano tra i settori di intervento, così come quelli dell'offerta turistica integrata e del potenziamento della collaborazione fra le istituzioni sanitarie, sia in termini generali che su ambiti specifici.

La creazione e il potenziamento di un mercato del lavoro integrato, infine, servirà ad affrontare un settore critico come quello dell'occupazione.

Non potranno mancare, inoltre, tra i macroambiti, la promozione delle attività di alta formazione, della ricerca scientifica, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione in collaborazione con gli enti del territorio, in primis le Università.

Questo, ma molto altro ancora.. e già dall’inizio del 2015, quindi, il Gect Alto Adriatico vi sarà concretamente impegnato!

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Muggia, al via progetti transfrontalieri: è nato il Gect

TriestePrima è in caricamento