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Cronaca Via Cesare Battisti

Podemo presenta il candidato sindaco Arlon Stok: "Contro il 'no se pol', per una Trieste internazionale"

Nel programma un'educazione multilingue e trasporti intensificati da Ronchi a Portorose. "Ci rivolgiamo ai triestini disgustati dalla politica locale - ha spiegato Stok - siamo cittadini competenti che vogliono cambiare le cose". Sulla sdemanializzazione del Porto vecchio: "E' illegale"

Un’educazione multilingue e un rilancio internazionale della città, anche attraverso un sistema di trasporti sostenibile, oltre all’applicazione dei trattati internazionali come chiave per creare lavoro in Porto Vecchio. Sono alcune delle idee illustrate da Podemo nel programma per le elezioni amministrative, presentato oggi al caffè San Marco. 

Podemo è un movimento nato nel 2018, non una versione triestina degli indipendentisti catalani di Podemos (anche se nel programma non mancano sfumature indipendentiste) ma che si pone in senso contrario rispetto al cosidetto ‘ no se pol’, descritto da Marco Frank, uno dei candidati, come un “blocco imposto alla città, che in realtà è un ‘no se vol’. In realtà ‘podemo’ cambiare le cose, rifondare e rendere vivibile la città”. Presenti alla conferenza stampa la capolista Patrizia Palcini e il candidato sindaco, il manager e designer 33enne Arlon Stok.

“Ci rivolgiamo ai triestini disgustati dalla politica locale – ha dichiarato Stok -, che votano controvoglia o non votano, e non sono pochi. Esiste un’alternativa formata da cittadini competenti che hanno una visione chiara della città e delle sue enormi potenzialità ancora inespresse”. L’idea di Podemo è quella di dar vita a “una Trieste internazionale e di successo, anche se da decenni si sente parlare di una città mitteleuropea ma senza voler capire cosa significa, visto che i politici pensano solo a mantenere lo status quo. Intanto Trieste è l’unico porto d’Europa che perde abitanti da decenni”. 

Il programma, stilato e consultabile dai cittadini dal 2019, prevede tra i vari punti un’istruzione plurilingue, un sistema di trasporti che colleghi un’area metropolitana urbana estesa da Ronchi a Portorose, democrazia diretta attraverso la tecnologia e registri ufficiali per mappare problemi e opportunità in modo sistematico. Si punta inoltre a un’assistenza sociale di stampo mitteleuropeo per aiutare i cittadini in difficoltà a rialzarsi, soprattutto sviluppando l’occupazione, che passa necessariamente per il porto. Si punta in particolare “al rispetto dei trattati internazionali che garantiscono a Trieste vantaggi unici nell’intero continente” e che, secondo Stok, sarebbero stati violati dalla “cosiddetta sdemanializzazione del Porto Vecchio, assolutamente illegale perché contraria all’articolo 3.1 dell’allegato ottavo, in cui viene prevista un’area originale del nostro free port che include le cosiddette aree del 1939. C’è una piantina allegata al trattato stesso che include il Porto Vecchio, a partire dal quale esiste un articolo che prevede di espandere l’area”. Secondo il candidato sindaco di Podemo “non si può far altro che allargare la zona franca e iniziare a parlare di lavoro invece che di progetti di spostamento di cose già esistenti che non hanno né capo né coda”. 

In merito al turismo Stok ritiene che “l’esempio di Venezia dimostra che una popolazione di 200mila abitanti non può vivere di soli turisti. Il turismo non può essere il futuro di Trieste, come qualche politico sostiene, probabilmente sapendo di mentire. Vanno sviluppati altri settori tra cui il terziario avanzato”.

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