Polizia di Frontiera: colpita da decreto di esplusione, arrestata a Fernetti

L’intensificazione dei controlli del territorio nella provincia di Trieste disposti dalla Guardia di Finanza hanno permesso di conseguire risultati di oggettiva rilevanza, a dimostrazione della necessità di rafforzare l’azione di prevenzione soprattutto presso determinati punti sensibili. 

Nell’ambito dell’attività di pattugliamento delle aree di confine, in esecuzione di un dispositivo a largo raggio coordinato dal Comando Provinciale, un equipaggio della Compagnia di Prosecco ha provveduto a sottoporre a controllo, nei pressi del valico di Fernetti, un furgoncino proveniente dalla limitrofa Slovenia.

A bordo del mezzo, nel quale vi erano 6 persone originarie dell’est-Europa, trovava posto una cittadina ucraina che, dall’atteggiamento assunto, è apparsa subito sospetta agli occhi dei militari. Nervosismo e gestualità che denotavano insofferenza ai controlli, hanno immediatamente suggerito ai militari di avviare più approfonditi riscontri a mezzo delle banche dati in uso al Corpo.

E’ così iniziato un esame attento delle risultanze lette a terminale dalle Fiamme Gialle, da cui è emerso che nei confronti di tale M. A., di anni 47, pendeva un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Milano nel mese di marzo 2013. Alla base del provvedimento la presenza di numerosi precedenti penali, nonché la mancanza di un’attività lavorativa che potesse garantire idonei mezzi di sostentamento. A carico della donna sono emerse infatti numerose pendenze penali per furti aggravati ed altre violazioni al Testo Unico sull’immigrazione. Solo pochi giorni fa la cittadina ucraina era stata nuovamente allontanata dal territorio dello Stato a seguito di controlli eseguiti a suo carico in Lombardia. Quest’ultima, forse credendo di evitare i controlli viaggiando in tempo di notte, ha nuovamente tentato di fare ingresso in Italia utilizzando quale porta d’ingresso il valico di Fernetti.

Al termine degli approfonditi accertamenti finalizzati ad acclarare la sua reale identità, la donna veniva tratta in arresto dalle Fiamme Gialle e posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mediante la sua conduzione presso l’Istituto penitenziario giuliano.