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Venerdì, 26 Aprile 2024
La manifestazione di Amnesty International Trieste / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Piazza della Libertà

In cento al presidio per Assange: “Libertà di stampa minacciata negli ultimi due anni”

Tra i manifestanti alcuni esponenti dei movimenti No Green Pass, con volantini al seguito. Negli interventi riferimenti a presunte “manipolazioni” dei media durante la pandemia

Amnesty International Trieste ha radunato oggi un centinaio di persone in piazza Libertà per il presidio contro l’estradizione di Julian Assange. Tra i manifestanti anche una nutrita rappresentanza del popolo No Green pass, con volantini al seguito. Negli interventi sono stati molti i riferimenti  presunte privazioni della libertà di stampa negli anni della pandemia.

“Dal 2006 - hanno spiegato gli organizzatori - Assange raccoglie, verifica e pubblica documenti provenienti da tutto il mondo, garantendo l'anonimato delle fonti al fine di dare ai cittadini un'informazione più trasparente. Adesso è in un carcere di massima sicurezza inglese e rischia di essere estradato negli Usa ed essere torturato psicologicamente più di quanto non lo sia ora. Rischia 175 anni di carcere. Questo avrebbe conseguenze devastanti per l’opinione pubblica e la libertà di stampa".

Ha preso poi la parola Andrea Zhok, professore universitario di filosofia Milano: “Il tema della libertà di espressione e di stampa non è marginale, è il principale tema su cui si giocano le democrazie occidentali, perché così si esplica il loro controllo sociale”. Secondo Zhok “Se c’è controllo sulla formazione e sull’informazione si ha il controllo sulle menti. E non c’è più bisogno di forme di repressione violenta, perché l’opinione pubblica è stata manipolata a monte”.

“C’è stato un tentativo di dissuadere Assange – ancora - dal consegnare i file e cancellarne la prima diffusione, di fronte al rifiuto si è avviato un processo di persecuzione con false accuse di stupro ed elementi costruiti a tavolino”. “Questa manipolazione non è un caso isolato – ha concluso l’insegnante -, siamo all’interno di una costante opera di manipolazione, rispetto alla quale è sempre più difficile trovare accessi alternativi e validi all’informazione. Gli ultimi due anni hanno visto un incremento esponenziale di queste forme manipolative”.

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