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Preoccupazione per i prezzi a Trieste: inflazione al 9 per cento

L'energia e le utenze domestiche sono aumentate del 34,5 per cento in un anno, gli alimentari del 12,1 per cento. L'assessore Lobianco: "Dati altamente preoccupanti, il lavoro dell'ufficio statistica è determinante per trovare soluzioni"

I prezzi a Trieste, sono aumentati del del 9,2 per cento in un anno, in particolare l’energia elettrica, l’acqua, il gas e le utenze domestiche sono schizzate al 34,5 per cento in più e i prezzi degli alimentari sono cresciuti del 12,1 per cento (il 2 per cento in un mese, da agosto a settembre). Dati “altamente allarmanti”, quelli elencati dall’assessore comunale ai Servizi demografici e statistici Michele Lobianco nella conferenza stampa di presentazione dell’indice dei prezzi al consumo relativo a settembre 2022. Tra gli altri dati allarmanti anche un +7,9 per cento in un anno su mobili, articoli e servizi per la casa, un +9,6 per cento sui trasporti (anche se il dato mensile, da agosto a settembre, vede una diminuzione dei prezzi dell’1,9 per cento). Solo due le macro categorie con prezzi diminuiti in un anno: le comunicazioni (-2,7 per cento) e l’istruzione, sostanzialmente stabile al -0,7 per cento. Tra i singoli prodotti, invece, alcuni hanno registrato un aumento vertiginoso da un mese all’altro, come i combustibili solidi al +51,8 per cento, e i vegetali (+9,1 per cento). Sempre riguardo alle variazioni mensili, risultano stabili e in leggera diminuzione ben poche voci, tra cui i servizi sanitari.

“Il grande aumento delle spese obbligatorie è allarmante – ha detto l’assessore Lobianco -, quello su gas ed energia è un dato che governa la nostra vita. Con un’inflazione di oltre il 9 per cento i risparmi dei cittadini sono minacciati, chi riceve mille euro al mese è come se si ritrovasse con 910 euro. Il processo inflativo è iniziato con una speculazione nel pre guerra, poi è esploso con l’arrivo del conflitto”.

Secondo l’esponente della giunta Dipiazza “il lavoro dell’Ufficio Comunale di Statistica è preciso ed essenziale, uno strumento che deve necessariamente essere raffinato perché su questi dati possiamo tarare la nostra ‘controffensiva’, ad esempio abbattendo la Tari o la pressione fiscale. Tuttavia il Comune ha un basso margine d’intervento, occorrono risposte a livello europeo e mondiale, anche perché l’Italia è vulnerabile dal punto di vista energetico”.

Con l’occasione è stato illustrato il lavoro dell’ufficio comunale di statistica, composto da nove rilevatori, dipendenti comunali che raccolgono i dati nei punti vendita e online per 21 giorni al mese. I beni con maggiori oscillazioni di prezzo come pesce, verdura e gasolio per riscaldamento, vengono rilevati due volte al mese. Il piano di campionamento, obbligatorio per legge e in ottemperanza a disposizioni dell’Istat, comprende 340 ditte attive, con un paniere di 478 prodotti mensili e 124 bimensili. Le rilevazioni, in totale, sono 5112 al mese.

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