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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Via delle Torri

Referendum sull'eutanasia legale: in pochi giorni 2000 firme in Fvg

Il referendum si propone di modificare l'articolo del codice penale che prevede il carcere per "chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui". I promotori: "Nessun obbligo ma libertà di scelta sulla propria vita". Sostegno delle sinistre e dal M5S

Duemila firme in pochi giorni in tutto il Fvg per il referendum sull’eutanasia legale, sostenuto dall’associazione Luca Coscioni e da altri partiti a livello nazionale e locale. Già da una settimana sono disponibili a Trieste due tavoli, in via delle Torri (dove ha avuto luogo oggi la conferenza stampa di presentazione) e in piazza Cavana. Chi desidera potrà sottoscrivere il proprio sostegno alla causa alla presenza di un autenticatore.

Come spiegato in conferenza stampa, il referendum si propone di cambiare l’articolo 579 del codice penale, in base al quale “chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione dai ei ai 15 anni”. L’articolo 580, invece, che regolamenta l’istigazione o l’aiuto al suicidio, ha già avuto una diversa regolamentazione in seguito alla sentenza Cappato. Vengono lasciate intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, chi non è in grado di intendere e volere e quelle a cui il consenso è stato estorto.

Presente alla conferenza stampa il comitato promotore per il Fvg, composto dal promotore Sergio Keller, coordinatore regionale dell’associazione Luca Coscioni, l’ avvocato Giovanna Augusta De’Manzano, la consigliera comunale Elena Danielis (M5S), Claudio Mella (Sinistra Italiana), Kevin Nicolini (lista Adesso Trieste), Nicholas Garufi (Volt) e Valentina Zanier (Sardine). Sostegno anche da parte del Pd e di Sabrina Morena (Open Fvg), intervenuta all’incontro. 

“C’è bisogno di questa legge – ha spiegato Keller - perché il Parlamento non ha preso in considerazione la proposta di legge che abbiamo presentato nel 2013 e finora non ha preso posizione in seguito alla sentenza Cappato. Ora il paese non ha ancora una norma adeguata sul fine vita e dobbiamo ricorrere allo strumento referendario. In pochi giorni sono state raccolte in tutto il Fvg 2000 firme e 45mila in Italia, quindi un successo strepitoso ma ora c’è bisogno dell’aiuto di tutti perché la campagna sarà lunga: l’obbiettivo è di 500mila firme, un traguardo ambizioso, specialmente in tempi di pandemia”.

“Vogliamo sancire il principio per il quale ognuno deve disporre della propria vita – ha argomentato l’esponente dell’associazione Luca Coscioni - e avere la possibilità di interromperla in caso la persona soffra di patologie fortemente invalidanti, che vivono ogni giorno con dolori intollerabili e non sono neanche in grado di assumere un farmaco da soli”. “Se il referendum non passa – ha concluso Keller - tutti dovranno vivere o morire secondo i valori di alcuni. Se invece passa, nessuno sarà obbligato a intraprendere la strada dell’eutanasia ma ognuno potrà scegliere per se stesso in base ai propri valori e sensibilità”.

“L'eutanasia oggi in Italia esiste ma viene semplicemente praticata in modalità clandestina – ha spiegato l’avvocato De’Manzano -, medici e parenti che agiscono nell'ombra e in situazioni ‘limite’ devono poter trovare finalmente tutela legale. Se in Italia oggi non ha si ha il diritto di morire, allora vivere è un dovere; non si è quindi titolari neppure del proprio corpo e soprattutto non si è titolari della propria dignità. Siamo già in ritardo rispetto agli altri paesi in Europa; non possiamo attendere oltre. L'eutanasia non aumenterà le morti, farà solo diminuire le sofferenze”.

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