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Cronaca

Regolamento polizia urbana: ciclisti e writer "graziati", restano contrasto alla prostituzione e bivacchi

9 ore di dibattiti e schermaglie in Consiglio comunale: dopo 90 anni un nuovo regolamento votato dalla maggioranza unita; opposizione ascoltata su alcuni punti, ma contraria nel complesso

5.05 del 10 marzo 2017. Un momento storico per il Comune di Trieste che può contare dopo 90 anni su un nuovo Regolamento di Polizi urbana, votato positivamente dalla maggioranza del Consiglio comunale dopo 9 ore di seduta (preceduta dal giro nelle 7 circoscrizioni, 5 commissioni per un totale di 11 ore di lavori, un altro Consiglio comunale, lo scorso 6 marzo, di altre 5 ore). Un testo che è stato "limato" in alcuni punti grazie ai 29 emendamenti dei gruppi di maggioranza, ma che ha visto anche il vicesindaco Pierpaolo Roberti accoglierne altri dell'opposizione (come quelli dell'articolo 6 sui "velocipedi") che poi ha votato comunque contro la delibera non condividendo a pieno il testo. 

SCHERMAGLIE - L'inizio della seduta è stato di quelli da "psicodramma", con il capogruppo di Forza Italia Piero Camber che ha strategicamente stravolto l'ordine dei lavori concordato dalla conferenza dei capigruppo con la conseguente reazione dell'opposizione volta all'ostruzionismo, con interventi del capogruppo M5s Paolo Menis contro i cambi chiesti e in particolare dell'ex sindaco Roberto Cosolini (Pd) che ha dato prova di dialettica politica con interventi pieni da 5 minuti ciascuno. Risultato? 2 ore e mezza di schermaglia politica per discutere dell'articolo 4 sulle "Concessioni e autorizzazioni".

ART. 4 - CONCESSIONI E AUTORIZZAZIONI - Il regolamento, secondo l'emendamento della maggioranza fatto proprio dal vicesindaco, prevede che «i "titoli" non esibiti immediatamente agli agenti preposti al controllo devono essere portati in visione entro 7 giorni presso il Comando o presso altra struttura territoriale dell'organo di Polizia che ha effettuato il controllo». La sanzione prevista per la mancata esibizione andrà dai 25 ai 150 euro, (50 euro in misura ridotta); mentre l'assenza del titolo da 250 a 1500 euro (500 euro in misura ridotta).  
Tra emendamenti bocciati e ritirati, è stato poi accolto dal vicesindaco quello del Movimemento 5 stelle che chiedeva di introdurre anche la "PEC" per la richiesta di copia o duplicato del titolo. 

ART. 5 - LUMINARIE, ADDOBBI E FESTONI SENZA FINI PUBBLICITARI - Fatto propri dal vicesindaco i «tre emendamenti migliorativi» 106, 107 e 108; in particolare l'ultimo limita la permanenza degli addobbi natalizi: «in ogni caso i festoni, le luminarie e altri addobbi natalizi non dovranno essere collocati prima del 15 ottobre e dovranno venir rimossi entro il 15 febbraio dell'anno seguente».

ART. 6 - VELOCIPEDI - Uno degli articoli più attesi era quello sulle biciclette (le chiamiamo così anche se l'emendamento sul cambio del nome da "velocipede" a "bicicletta" è stato bocciato per il richiamo al Codice della strada). Il Movimento 5 stelle aveva presentato le proposte di modifica integrali dell'associazione di ciclisti Ulisse Fiab, ma l'emendamento non è passato; mentre la soluzione delle 6 proposte del Partito democratico l'1 e il 3 sono stati fatti propri dal vicesindaco Roberti: «Una proposta più restrittiva per quanto riguarda il comma 1 perché vogliamo evitare l’occupazione degli stalli da rottami abbandonati», ha spiegato la capogruppo Fabiana Martini che ha accolto il subemendamento di Roberto Cosolini sul comma 3: «Per consentire di agganciare le biciclette dove non si pregiudica il decoro urbano o i bene pubblico (tipo un albero a Barcola)»; il comma 3 vieta «agganciare velocipedi e acceleratori di andatura a monumenti e loro barriere di protezione, colonne e altri manufatti prospicenti gli immobili di rilevante valore architettonico. In ogni caso la loro sosta o fermata non deve arrecare intralcio o pericolo alla circolazione pedonale e veicolare, limitare gli accessi alle entrate dei negozi, case, passi crrai e la fruizione del marciapiede. Nel caso la collocazione costituisca potenziale pericolo per la pubblica circolazione potrà essere rimosso coattivamente (il famoso "taglio della catena"), anche mediante l'apertura dei sistemi di fissaggio, per essere successivamente restituito all'avente diritto, previo pagamento delle spese di rimozione e deposito (quindi senza sanzione, ndr)».

L'articolo introduce la rimozione «per velocipedi abbandonati (cioè privi di di uno o più elementi atti alla circolazione) per più di 60 giorni dal primo accertamento effettuati dagli operatori della Polizia locale o altro personale incaricato».  

ART. 9 - COMPORTAMENTI VIETATI - Sarà vietato «nelle fontane introdursi e introdurre sostanze liquide imbrattanti, abbeverare ed introdurre animali, utilizzare o prelevare l'acqua, bagnarsi, estrarre o comunque raccogliere monete o altri oggetti di valore gettati dai proprietari, in omaggio a tradizioni e consuetudini locali, in quanto tali oggetti devono intendersi acquisiti dal Comune con effetto immediato per essere destinati a opere di beneficenza», recita l'emendamento 111 della maggioranza accolto dal vicesindaco.

Per quanto riguarda le fontanelle invece resta vietato «vietato lavare veicoli, abbeverare direttamente gli animali senza idoneo contenitore, prelevare l'acqua se non per scopi strettamente connessi al consumo personale, effettuare allacciamenti, effettuare pulizia personale o degli animali, lasciar scorrere l'acqua senza motivo», poichè gli emendamenti dell'opposizione sono stati bocciati.

Restano il divieto di campeggio al di fuori delle aree appositamente attrezzate; il divieto di arrampicarsi su monumenti, arredi e altri beni pubblici pali, segnaletica cancelli e inferriate, nonchè legarsi o incatenarsi a essi. 

LENZUOLA - Modificato invece il comma f) che vieta di «collocare messaggi di qualsivoglia genere riportati su lenzuola, cartelloni, striscioni, oggetti di ricordo. È ammessa la deroga con atto motivato del sindaco. È consentita la breve esposizione di messaggi nel giorno di particolari festeggiamenti (ad esempio matrimoni e lauree) in conformità alle prescrizioni del codice della strada, purchè gli stessi non siano causa di danneggiamento e siano tolti nella medesima giornata dopo il termine dell'evento e non abbiano contenuti contrari alla moralità, al buon costume o alla pubblica decenza». 

BESTEMMIE - Resta il «divieto di bestemmiare e proferire turpiloquio nei luoghi pubblici o comunque aperti al pubblico» dopo la bocciatura dell'emendamento M5s che vedeva la norma «di difficile applicazione per le forze dell'ordine».

BIVACCO - Modificato con l'emendamento della maggioranza accolto dal vicesindaco Roberti il comma sul "bivacco" che ora vieta di «sdraiarsi a terra o bivaccare nelle strade, piazze, marciapiedi, sotto i portici, nei pressi degli edifici di valore storico e monumentale e sui relativi accessi, ovvero ostruendo le soglie degli ingressi, occupare impropriamente le panchine impedendone ad altri il normale utilizzo». Le sanzioni in questo caso (che l'opposizione ha apostrofato come «troppo a discrezione degli operatori») va da 150 a 900 euro

ACCATTONAGGIO - Anche l'emendamento 116 della maggioranza è stato fatto proprio da Pierpaolo Roberti, «è vietato porre in essere comportamenti in luogo pubblico o in vista di esso ed ostentare al pubblico oggetti, nudità, piaghe e ferite, contrari al pubblico decoro o all'igiene», come anche il 117 che richiama sull'accattonaggio «le norme del regolamento in vigore a Udine con l'aggiunta del lungomare e della confisca», ha spiegato il forzista Alberto Polacco: «È vietato su tutto il territorio comunale l'accattonaggio molesto intendendosi come tale la richiesta di elemosina fatta con modalità insistenti o petulanti o minacciose o tale da creare intralcio o pericolo alla circolazione veicolare o pedonale. (...) Le violazioni comportano l'applicazione della sanzione amministrativa accessoria della confisca amministrativa del denaro che costituisce il prodotto o il profitto della violazione». La sanzione per questa violazione va dai 25 ai 150 euro (con la misura ridotta a 50 euro). 

Allo stesso tempo sono banditi i "lava vetri", come restano banditi i parcheggiatori abusivi (anche qui con la sanzione accessoria del sequestro amministrativo). 

PROSTITUZIONE - Dibattito acceso tra Forza Italia e Movimento 5 stelle promotore di un emendamento che voleva eliminare il comma u) dell'articolo 9 che recita «è vietato in tutto il territorio comunale la fermata dei veicoli finalizzata a contrattare ovvero concordare prestazioni sessuali da chi esercita l'attività di prostituzione su strada». «Vogliamo toglierlo perché ci sono state alcune sentenze che hanno dichiarato illegittimo andare a colpire i clienti, quindi vogliamo andare a difendere l’interesse dell’ente pubblico che andrebbe a perdere in eventuali cause», ha spiegato invano Paolo Menis: infatti il voto della maggioranza e l'astensione del Pd, Insieme per Trieste e Verdi/Psi, hanno bocciato l'emendamento. La sanzione prevista va dai 250 ai 1500 euro, con la misura ridotta fissata a 500 euro. 

FUMO E ALCOL - Bocciato anche l'emendamento di Maria Teresa Bassa Poropat (Insieme per Trieste) che ha voleva restringere il divieto di fumo nei giardini pubblici alle sole aree gioco o immediate vicinanze; quindi il comma v) resta invariato e vieta «in tutti i giardini pubblici di fumare o consumare bevande alcoliche, fatta eccezione per gli esercizi pubblici con relativi plateatici regolarmente autorizzati». La sanzione prevista va dai 100 ai 600 euro, in misura ridotta a 200 euro.

CONDOMINI - Un articolo che ha fatto e farà discutere molto è il 12, che tratta i comportamenti vietati relativamente al "Decoro pubblico e manutenzione delle abitazioni": infatti dai banchi delle opposizioni la critica è stata quella di «andare a intervenire dove sono previsti già altri testi come i regolamenti condominiali: in questo modo si da l'input ai cittadini a chiamare la Polizia locale per tematiche lievi distraendoli da situazioni più rilevanti»: non sarà così possibile utilizzare cortili interni, balconi o terrazzi come luogo di deposito di detriti, rifiuti o altri materiali (sanzione dai 250 ai 1500 euro, con la misura ridotta fissata a 500 euro); scuotere, stendere i spolverare panni, tappeti, tovaglie fuori dalle finestre, balconi, recinzioni o manufatti che affaccino sulla pubblica via o area soggetta al pubblico passaggio (multa dai 150 ai 900 euro, sanzione ridotta 300 euro); per evitare la proliferazione delle zanzare sarà vietato dal 1 marzo al 30 novembre lasciare contenitori che raccolgano acqua piovana su terrazzi, balconi e lastrici solari; costerà caro anche lo stillicidio dai balconi, con sanzioni dai 25 ai 150 euro;.

SILOS - Per evitare nuovi casi come quello del Silos o del Filodrammatico, diventati inospittale rifugio di fortuna dei disperati, è stato creato l'articolo 14 "Sicurezza degli edifici privati - Edilizia residenziale" che vieta «dimorare in locali adibiti ad attività lavorative in modo promiscuo con attrezzature e macchinari che pregiudichino la salubrità dei locali e la sicurezza e la salute degli abitanti o il decoro degli edifici. Il sindaco tramite ordinanza può ordinare lo sgombero; lo stesso valga per i locali abusivamente adibiti a dimora non essendo destinati a tale uso». Il comma 2 poi impone «ai proprietari o possessori di edifici abbandonati, in stato di abbandono o comunque inutilizzati a porre in atto le misure necessarie a impedire ogni forma di invasione od occupazione da parte di terzi» con recinzioni, cancelli, installando inferriate.

ART. 17 - ESPOSIZIONE DI MERCI ALL'ESTERNO DEI NEGOZI - Un altro articolo molto discusso dall'opposizione perchè «va a creare ambiguità con altri regolamenti come quello dell'Occupazione suolo pubblico o delle norme sanitarie» è il 17 che è stato emendato al primo comma dalla maggioranza: «L'esposizione di frutta e verdura destinate all'alimentazione è ammessa soltanto per quei prodotti da consumarsi previa cottura, lavaggio, sbucciamento o sgusciamento. Le merci di vui sopra decvono comunque essere tenute in contenitori idonei a un'altezza minima di 50 centimetri dal suolo».

PETARDI E FUOCHI D'ARTIFICIO - Tra i comportamenti vietati dell'articolo 18 c'è quello (emendato dalla maggioranza e fatto proprio dal vicesindaco) che vieta «di accendere e far scoppiare mortaretti, petardi e altro materiale pirotecnico in luoghi pubblici o aperti al pubblico, ovvero anche privati, ove possa determinare pericolo o disturbo al riposo e alla quiete delle persone, nonchè possa costituire fonte di stress per gli animali di affenzione (e selvativi, hanno chiesto di agigungere i pentastellati, ndr), salvo che il fatto costituisca reato e sia punito da specifiche norme in materia. È ammessa la deroga con atto motivato adottato dal sindaco».

QUIETE PUBBLICA - Gli articoli 19, 20, 21 e 22 vanno a regolamentare quella che vanno a regolamentare la «convivenza civile» e la quiete pubblica. In particolare l'articolo 21 si concentra sui "Rumori nelle abitazioni private" andando a vietare «nei condomini e nelle abitazioni private il funzionamento di apparecchiature o attività moleste e di disturbo verso altre abitazioni o verso l'esterno, nonchè comportamenti non consoni al rispetto e alla tutela della garanzia di una buona convivenza civile e di vivibilità». Gli «strumenti radiofonici, televisivi, elettronici e musicali o altri mezzi di diffusione sonora devono essere utilizzati contenendo il volume (...) e adottando tutti gli accorgimenti e le cautele necessarie a evitare il disturbo ai vicini». È vietato anche l'uso di «strumenti musicali tutti i giorni dalle ore 13 alle ore 15 e tra le 22 e le ore 9». Sono poi vietati «lavori di edilizia, manutenzione e ristrutturazione (...) dalle ore 22 alle ore 8, ovvero dalle ore 22 alle ore 9 nei giorni festivi».
Infine «dalle ore 22 alle ore 6 del giorno succevviso, nelel vicinanze delle abitazioni, le attività commerciali di trasporto e movimentazione merci devono effettuarsi con la massima cautela in modo da non arrecare disturbo al riposo e turbare la quiete pubblica».

WRITER E VANDALI - Molti gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione relativi all'articolo 24, quello che in sostanza quantifica le sanzioni. Il nodo principale in questo caso era quello legato ai provvedimenti da adottare per il contrasto al vandalismo, in particolare a quello dei writer. Quanto proposto dal testo originario, ossia 10 mila euro di multa, più la sanzione accessoria del ripristino del bene. Una cifra considerata trasversalmente troppo elevata e che avrebbe potuto rovinare una famiglia ed anche indurre al suicidio (ha ipotizzato qualcuno). Ecco quindi che gli emendamenti della maggioranza hanno notevolmente abbassato le soglie con sanzioni che vanno da 1500 a 9000 euro, con il pagamento in misura ridotta di 3000 euro, sempre con la sanzione accessoria. Queste sanzioni verranno comminate a chi danneggierà o modificherà «le attrezzature o gli impianti posti sull'area pubblica o di uso pubblico o sotto di essa installati», a chi violerà il «divieto di rimuovere, manomettere o fare uso improprio di sedili, panchine, attrezzi per gioco, barriere, elementi d'arredo urbano, manufatti destinati a pubblici servizi o pubblica utilità», a chi «manomette il suolo o imbratta in qualsiasi modo gli edifici e manufatti pubblici», ma anche «edifici, manufatti privati e civili abitazioni».  

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