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Ma non sono per forza migranti / Altopiano Carsico / Località Fernetti

Alla frontiera tra Italia e Slovenia ogni giorno vengono respinte 12 persone

E' la media giornaliera che si ottiene dividendo i 1352 respingimenti dichiarati dal ministro Piantedosi nel questione time al Senato con il numero di giorni passati dall'inizio dei controlli fino al 12 marzo, ovvero 113. Ics controbatte sostenendo come a loro non risulti tale numero e che la comunicazione sia solo propaganda. "Il Viminale intende che vi sono stati respingimenti di richiedenti asilo? Se fosse vero, tali respingimenti sarebbero avvenuti in aperta violazione delle normative internazionali ed europee, ripristinando la situazione di totale illegalità al confine triestino"

TRIESTE - Al confine tra Italia e Slovenia ogni giorno vengono respinte dodici persone. E' il risultato della sospensione di Schengen e la successiva reintroduzione dei controlli alla frontiera orientale d'Italia. A renderlo noto è il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che in occasione dell'interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice del Partito democratico Tatjana Rojc ha risposto affermando che 1.352 persone sono state respinte in Slovenia. Il dato è riferito per il periodo di tempo che va dal 21 ottobre (giornata in cui la reintroduzione dei controlli ha avuto inizio) al 12 marzo. Nei 113 giorni che separano l'inizio della sospensione del regime di Schengen allo scorso martedì a Trieste sono arrivate poco meno di 4000 migranti, ma questo non significa che i respingimenti siano stati attuati nei confronti degli stessi. Al contrario, è molto probabile che il numero dei respinti sia riferito alle persone che al momento dell'arrivo alla frontiera si sono viste, per mancanza di requisiti d'entrata, negare l'ingresso in Italia. 

Una questione soprattutto politica

Perché se i migranti rintracciati lungo la fascia confinaria hanno richiesto asilo ecco che il respingimento è tanto impossibile quanto illegale. Le forze dell'ordine che operano lungo il confine lo sanno bene ed appare quindi poco probabile che il Viminale abbia ordinato la riammissione in Slovenia a chi chiede protezione internazionale. La prima linea dell'accoglienza triestina conosce il fenomeno molto bene e da più parti, nell'incrocio dei dati e delle testimonianze, emerge l'assenza di racconti relativi a respingimenti. In effetti, nelle dichiarazioni rese pubbliche durante il questione time il ministro dell'Interno si è ben guardato dall'affermare che quelle 1352 possedessero uno status di richiedente asilo. Secondo quanto apprende TriestePrima, ci sarebbero stati solo tentativi di respingimento, a voce e senza alcun tipo di notifica. Ergo, niente di ufficiale. Ma la questione, neanche a dirlo, è anche e soprattutto politica. 

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"Non risultano respingimenti di richiedenti asilo"

Le affermazioni rilasciate dal titolare del Viminale non sono piaciute all'Istituto consorzio di solidarietà di Gianfranco Schiavone che ha espresso tutto il suo disappunto attraverso una nota stampa. "Appaiono confuse e poco coerenti" sottolinea il numero uno di Ics. "Il ripristino dei controlli alle frontiere interne non modifica in alcun modo il diritto del cittadino straniero a chiedere asilo alla frontiera italiana. Intende Piantedosi alludere al fatto che vi sono stati respingimenti di richiedenti asilo? A noi non risultano elementi in tal senso, ma se il ministro
alludesse a ciò, tali respingimenti sarebbero avvenuti in aperta violazione delle normative internazionali ed europee, ripristinando la situazione di totale illegalità al confine triestino che si
riteneva superata dopo la fine delle riammissioni illegali. Chi sono dunque questi “respinti” di cui il ministro parla? Di quali nazionalità e provenienze? Sono stati emessi e notificati agli interessati i provvedimenti amministrativi di respingimento, motivati in fatto e in diritto? Sono tutte domande al quale il ministro è tenuto a dare tempestiva risposta". 

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