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L'opinione / Cologna - San Giovanni / Via Edoardo Weiss

Sentenza Meran, il garante detenuti: "Aberrazione giuridica. Presentata proposta di legge su non imputabilità”

La dichiarazione del garante per i detenuti di Udine a margine dell'evento a margine dell’evento 'Toccare la terra, bagnare le rose, cambiare le cose”, in onore dello psichiatra Franco Rotelli, scomparso di recente

“La sentenza che dichiara Meran incapace di intendere e volere”, e in cui “per tacitare il disappunto della società proponevano 30 anni di Rems” è “un’aberrazione giuridica e concettuale”. Lo ha dichiarato il garante per i detenuti di Udine Franco Corleone a margine dell’evento culturale in onore dello psichiatra Franco Rotelli nel parco di San Giovanni. L’evento, intitolato 'Toccare la terra, bagnare le rose, cambiare le cose”, ha visto numerosi relatori tra cui Alberta Basaglia e Devora Kestel (direttrice del dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze dell’Oms), con i saluti iniziali dell’assessore comunale al sociale Massimo Tognolli e dell’arcivescovo di Trieste Monsignor Enrico Trevisi.

Corleone, che è stato deputato, senatore e sottosegretario alla Giustizia con la delega alla giustizia minorile e al carcere, ha inoltre annunciato che “abbiamo presentato nei giorni scorsi, dopo un lavoro di anni, una proposta di legge in parlamento a firma dell’Onorevole Riccardo Magi, sul superamento del 'doppio binario' del codice Rocco (che prevede di porre a fianco della pena, caratterizzata dalla funzione repressiva, la misura di sicurezza per l’incolumità collettiva, ndr) e dell’eliminazione della non imputabilità, perché abbiamo la convinzione che la libertà è terapeutica ma anche la responsabilità. Ovviamente nelle condizioni date”.

“La suddetta proposta di legge - spiega Corleone -, è stata ripresentata pochi giorni fa nella nostra legislatura, la presenteremo alla Camera dei Deputati e poi in giro per l’Italia, perché c’è troppa nostalgia dei manicomi e noi dobbiamo costruire luoghi non per rinchiudere ma per affermare il giudizio e poi trovare per la singola persona il luogo adatto per affrontare il suo male di vivere”. La proposta, tuttavia, “precisa anche la possibilità di un’attenuante per le persone in queste condizioni, che riteniamo non si possano cancellare dal sistema dei diritti”.

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