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La Global Solo Challenge

Parte da Trieste in barca a vela per il giro del mondo in solitaria

Il racconto di Riccardo Tosetto, partito da Trieste (Marina San Giusto) con la collaborazione di un team in buona parte locale, per poi approdare a La Coruna in Spagna, punto di partenza e arrivo della Global Solo Challenge

TRIESTE - Il giro del mondo in barca a vela senza scalo né assistenza, attraversando i tre grandi capi. E’ l’ultima avventura, non ancora conclusa, dello skipper Riccardo Tosetto, che l'anno scorso è partito da Trieste (Marina San Giusto) con la collaborazione di un team in buona parte locale, per poi approdare a La Coruna in Spagna, punto di partenza e arrivo della Global Solo Challenge. Un'impresa, partita lo scorso ottobre, che quest’anno ha visto 20 iscritti da tutto il mondo, di cui solo tre italiani, tra cui Riccardo. Lo skipper 37enne, originario di Cittadella, lavora nel mondo della cantieristica navale e, da 18 anni, vive molto a Monfalcone e a Trieste. Ora è in quarta posizione e si trova all’altezza di Rio de Janeiro e tra meno di un mese dovrebbe approdare a La Coruna. Tra qualche giorno dovrebbe attraversare l’equatore da sud a nord, dopo averlo già attraversato nella direzione opposta. L'arrivo è previsto tra meno di un mese.

“Anche se sono partito da solo - spiega Riccardo -, alle spalle c’è un grande lavoro collettivo”, che comprende “una parte materiale e fisica di professionisti che hanno lavorato sulla barca, molti dei quali sono artigiani di Trieste. Sono partito da qui perché sono affezionato a questa città, dove ho molti amici che mi hanno aiutato a realizzare il progetto”. Il viaggio da Trieste a La Coruna (arrivo e partenza della competizione vera e propria) è stato necessario per guadagnare la qualifica necessaria alla partecipazione. Dalla località spagnola, Tosetto ha navigato l’Atlantico prima verso le Azorre, poi quasi fino alle coste del Brasile, poi ancora giù fino a Capo di Buona Speranza in Sudafrica. Da lì ha percorso l’oceano indiano fino a Capo Leeuwin in Australia, è passato a Sud della Nuova Zelanda fino a Capo Horn (Cile). Da qualche settimana, appunto, sta risalendo verso l’equatore per tornare a La Coruna.

Una sfida estremamente selettiva perché dei 20 iscritti da tutto il mondo, al momento, solo la metà è ancora in gara. In quattro, infatti, non sono riusciti a partire e, tra un affondamento, due disalberamenti e altri inconvenienti, sono rimasti in gioco solo una decina di velisti solitari. Ma quali sono i momenti più memorabili di questa traversata ancora in corso? “Ho due aneddoti in particolare: il primo è accaduto durante il primo mese, sono stato avvicinato da due balene molto grandi, poco prima di raggiungere il Sud Africa, all’altezza di Tristan De Cunha. C’era la luna e per fortuna sono riuscito a vederle, ma all’inizio ho avuto un po’ di paura. Mi hanno seguito fino a quando ho usato il flash per fotografarle, a quel punto si sono immerse di nuovo”.

“Poi il passaggio a Capo Horn - continua - considerato l’everest dei mari, il riferimento di tutti i velisti. Inizialmente mi tenevo lontano perché le condizioni meteo non erano favorevoli, poi mi sono detto, sono venuto fino a qui per non vederlo? Allora mi sono avvicinato a questo isolotto spoglio, fino a quando mi ha contattato il guardiano del faro. Sapeva del mio passaggio e conosceva il mio nome, mi ha detto che ero l’unico tra i partecipanti ad essermi avvicinato così tanto, così mi ha fotografato con il cellulare, usando un monocolo molto potente”. Se Riccardo Tosetto finirà il giro sarà il sesto italiano ad aver compiuto un’impresa di questo tipo, conclusa da meno di 200 persone al mondo

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